Bonifica a due terzi dell'opera
Rivendica il lavoro fatto che, sottolinea, «è a buon punto». Dopo sette anni, Mario Hubler lascia l'incarico di direttore generale di Bagnoli-futura (garantendo su richiesta del sindaco e del cda la continuità gestionale fmo ai primissimi giorni di febbraio) e dà un consiglio a chi verrà dopo di lui: puntare maggiormente sul residenziale e far gestire la società dai privati, magari affidando proprio a loro la scelta del nuovo dg. Il grande sogno di trasformazione delle aree di-smesse di Bagnoli, nato negli anni Novanta, e affidato (nel 2002) a Bagnolifutura, si è spesso arenato per scelte sbagliate della politica, per finanziamenti ritardati, per inchieste giudiziarie o per le difficoltà di far convergere le diverse sensibilità (imprese, ambientalisti, associazioni) su obiettivi condivisi. Ma, a chi parla di ritardi, Hubler ricorda che «la bonifica di Bagnoli è a due terzi dell'opera», per quanto riguarda i suoli attualmente a disposizione della società. «Non mi sembra poco - aggiunge, - visto che parliamo di uno dei maggiori siti sottoposti a bonifica pubblica in Italia, con una superficie pari a circa 200 ettari». Elenca le cose fatte: «La Porta del Parco è completata e collaudata e l'Auditorium è già in uso, con iniziative che vengono ospitate settimanalmente. Così come è stato completato l'Acquario delle tartarughe», dice. «Con lo sblocco dei fondi già deliberato dalla Regione Campania - aggiunge - ora sarà possibile portare a compimento anche i lavori per il Parco dello Sport e per la strada che renderà fruibile il parcheggio di 600 posti auto, già attrezzato, che può servire non solo il centro wellness di Porta del Parco, che è il più grande del Mezzogiorno, ma anche la fermata della Cumana che è a 5o metri, come parcheggio d'interscambio». Un colpo di reni del quale è particolarmente contento. «Sarebbe stata una vera sofferenza andarmene, senza aver visto queste opere completate». In realtà, non lo sono ancora. «Ma, con lo sblocco dei finanziamenti - precisa - possono esserlo in tre mesi». Hubler non nasconde che, tra i problemi da risolvere in futuro, c'è la difficoltà di attrarre investimenti privati. «E questa - afferma - la vera sfida per Bagnolifutura». Anche qui, però, qualcosa ha funzionato. «I capitali privati per la gestione del centro wellness, della caffetteria e del wine-bar, e del Parco dello Sport sono arrivati. Questo significa - sottolinea - che le opere che abbiamo realizzato sono state apprezzate dal mercato perché chi ha investito ritiene che possano portare utili». E andata a buon fine anche la vendita dei suoli sui quali nascerà il Polo tecnologico dell'ambiente. Sono andati, invece, deserti i due bandi per i lotti destinati ad edilizia. «Su questo - spiega - stentiamo ad attrarre risorse per due motivi: il primo è che non è possibile prevedere in un'area come quella di Bagnoli, e in una cittàche ha fame di case, più terziario (70%) che appartamenti (30%): bisogna puntare fortemente sul residenziale. Inoltre, è necessario coinvolgere i privati nella gestione della società». Questo sembra anche l'indirizzo che il sindaco di Napoli intende dare al nuovo Cda di Bagnoli-futura. «Sono d'accordo», afferma Hubler che spiega: «Oggi, il pubblico dice: decido io tutto e tu ci metti i soldi. Non è possibile. Con la crisi del mercato immobiliare, qualunque investimento privato in questo settore ha un margine di rischio maggiore rispetto a prima, quindi, innanzitutto, bisogna dare maggior peso all'edilizia residenziale, e poi bisogna coinvolgere i privati nella gestione della società, che deve essere ovviamente regolata e controllata dal pubblico». I modi per realizzare questa sinergia possono essere tanti: «Con la cessione di quote, ma anche attraverso la proprietà comune di singoli rami d'azienda. L'importante è condividere le scelte». Le sue dimissioni, spiega, vanno proprio in quest'ottica. «E il direttore generale a gestire Bagnolifutura. Io sono stato nominato dal pubblico: forse, per coinvolgere veramente i privati, il Comune dovrebbe rendergli disponibile questo incarico operativo e, per le esigenze della società, consiglierei un manager che venga dal mondo del credito».