Oltre due chilometri tra il Vallo di Lauro e l'uscita di Palma Campania. Obbligo di dimora per 11 indagati

Rifiuti tossici sotto l'asfalto

Bretella dell 'autostrada trasformata in discarica: 14 arresti
Palma Campania, 14 arresti: "È terra inquinata, butta il fumo"
La Procura dispone una perizia sulla tenuta strutturale della bretella della autostrada A30
31 gennaio 2012 - Dario Del Porto
Fonte: Repubblica Napoli

UNA strada a scorrimento veloce costruita con materialemisto a rifiuti pericolosi. Così, accusa un'indagine dei carabinieri di Nola e della Dia di Napoli coordinata dal pool anticamorra, è stata trasformata in discarica la bretella di collegamento tra il Vallo di Lauro e l'uscita di Palma Campania dell'autostrada MO. Un'opera pubblica nata con l'obiettivo di favorire lo sviluppo economico e industriale, ma realizzata almeno in uno dei suoi lotti, circa 2,2 chilometri (già sequestrati in passato) degli otto complessivi, fornendo ai subappaltatori materiali miscelati a rifiuti che sarebbero stati poi "tombati" nel rilevato stradale: imballaggi di plastica, pneumatici fuori uso, persino pezzi di eternit. «Roba che puzza», oppure che «è un'immondizia», se non addirittura «melma», veniva definita dagli indagati nelle conversazioni telefoniche. In un'altra intercettazione uno degli interlocutori appare preoccupato per la propria salute: «Mene vado da qua vicino, da dove non devo prendere qualche malattia», si legge nella trascrizione. E l'altro commenta: «Quando la terra butta il fumo...la terra è inquinante hai capito!». L'inchiesta, condotta dal pm Simona Di Monte e partita tre anni fa dopo la denuncia di minacce al cantiere, ha portato all'arresto di 14 persone, altri 11 indagati sono stati sottoposti alla misura dell'obbligo di dimora. Le ordinanze sono firmate dal gip collegiale presieduto da Bruno D'Urso per reati chevanno daltraffico illecito di rifiuti all'interposizione fittizia di beni. Al centro degli accertamenti, le attività di Antonio lovino, imprenditore di 48 anni di San Gennaro Vesuviano, condannato in primo e secondo grado perché considerato legato al clan camorristico Fabbrocino (la sentenza non è definitiva dopo il rinvio deciso dalla Cassazione) e adesso accusato di essere riuscito ad aggirare le normative antimafia costituendo attraverso prestanome società impegnate nel settore dell'estrazione e della fornitura di materiale da costruzione nell'area nolana. Cinque società sono state adesso sequestrate perché ritenute riconducibili a Iovino. Per l'episodio della strada, gli inquirenti ipotizzano nei confronti dei subappaltatori in concorso con lovino i reati di frode in pubbliche forniture e truffa ai danni della società a prevalente capitale pubblico Vallo Di Lauro spa. Fra gli altri, sono finiti in cella oltre a lovino gli imprenditori Romualdo, Biagio, Bruno e Salvatore Lampitelli, Emilio Fattorusso, e Gennaro Di Foggia, capo cantierea Palma Campania. «Le quantità rilevanti di rifiuti, pericolosi e non, miscelati al materiale per il riempimento e tombati nel rilevato stradale - evidenzia il procuratore reggente Alessandro Pennasilico - pongono il serio problema della tenuta strutturale dell'opera di Palma Campania». Per questo la Procura si sta muovendo con i propri consulenti per verificare anche le ricadute di carattere ambientale di quanto emerso dall'indagine. Il procuratore Pennasilico lancia anchel'allarme sulla sostanziale «indifferenza» che, quando le strade non sono sommerse dalla spazzatura, accompagna la materia dei rifiuti. «Forte apprezzamento» per l'operato delle forze dell'ordine è stato espresso dal prefetto Andrea De Martino, che sottolinea: «L'operazione ha consentito di conseguire due importanti obiettivi: aggredire la capacità economica di gruppi criminali con il sequestro di aziende del valore stimato di otto milioni, e tutelare l'ambiente e la salute dei cittadini interrompendo un pericoloso traffico illecito di rifiuti».

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