Casalesi, gli affari Lunga testimonianza dell'ex prefetto al processo contro Nicola Cosentino, accusato di concorso esterno

Catenacci: ecco il sistema appalti-politica

L'ex commissario in aula «Landolfi e Pecoraro Scanio sponsor di Claudio De Biasio»
I privati «Rapporti preesistenti con Impregeco e i fratelli Orsi Cambiai staff ma Facchi voleva restare»
24 gennaio 2012 - Rosaria Capacchione
Fonte: Il Mattino

Per la Procura antimafia di Napoli fu una scelta che rispondeva a strategie di espansione camorristica. Per la difesa di Nicola Cosentino, un'opzione politica risalente all'epoca della gestione Bassolino. Per Corrado Catenacci, commissario per l'emergenza rifiuti dal febbraio del 2004 al mese di ottobre del 2006, una necessità dettata dal bisogno di restituire efficienza al settore. Ha detto: se Fibe-Fisia fu estromessa, fu per colpa di gravi inadempienze contrattuali; se il commissariato utilizzava anche discariche gestite dai consorzi di bacino, fu perché le aveva trovate già in carico alla struttura; se aveva avuto rapporti con Impregeco, il consorzio che si proponeva di gestire raccolta e smaltimento in alternativa a Impregilo, era perché quei rapporti erano preesistenti e strutturali, tanto da avere nel suo ufficio una funzionaria, D'Alterio, che proveniva proprio dal consorzio controllato dai consorzi Ce4 e Na 3. Lei e Claudio De Biasio, suo tecnico di fiducia arrivato al commissariato in virtù di segnalazioni «qualificate», «bravissimo, fin troppo bravo», proveniente dal Ce4, di cui era stato direttore generale.
Oltre sei ore d'interrogatorio, con il processo che dopo dieci mesi di dibattimento inizia a prendere forma e con la Dda che si avvia a entrare nel cuore dell'accusa, e cioè il concorso esterno di Nicola Cosentino, parlamentare del Pdl, alle attività del clan dei Casalesi attraverso il supporto alle attività del consorzio Impregeco. La vita quotidiana dell'ufficio del commissario per l'emergenza è stata raccontata nell'aula del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (presidente Gianpaolo Guglielmo) dal prefetto Catenacci attraverso ricordi, ricostruzioni deduttive e i nomi degli sponsor di quanti collaborarono con lui per pianificare lo smaltimento dei rifiuti in Campania. A partire dalla sua nomina: fu segnalato, ha detto rispondendo a una domanda del pm Alessandro Milita, da Guido Bertolaso, che aveva conosciuto in occasione dell'emergenza sulle coste calabresi per l'eruzione del vulcano Stromboli. Subito dopo, aveva estromesso il vecchio staff dal commissariato, provocando anche un certo risentimento del Governatore Antonio Sassolino. «Mi aveva chiesto di mantenere l'incarico a Massimo Paolucci e Giulio Facchi, ma io garbatamente dissi di no». A mandare via Facchi impiegò più di un mese: «Con la scusa di dover portare via le sue carte stava sempre là». Sostituì i due sub commissari con persone di sua fiducia: l'ingegnere Giuseppe Sorace, segnalato da Bertolaso, e l'architetto Claudio De Biasio. «Mi furono fornite ampie rassicurazioni sul suo conto dal mio capo di gabinetto, Ernesto Raio, e da un magistrato di Santa Maria Capua Vetere, Donato Ceglie. Era in ottimi rapporti con i politici. Con l'onorevole Mario Landolfi, non so se anche con Cosentino. Forse anche con Cosentino. Mi dissero che era persona di Landolfi. Ma con la fine del governo Berlusconi, fu appoggiato anche dal ministro Alfonso Pecoraro Scanio: fu lui a chiedermi il distacco di De Biasio per la cabina di regia di non so quale organismo ministeriale».
Claudio De Biasio è l'uomo che aveva rapporti con la Ecoquattro dei fratelli Michele e Sergio Orsi, e da loro assai ben visto. L'uomo che, secondo l'accusa, doveva rappresentare gli interessi degli Orsi (e quindi della camorra casalese) al commissariato per l'emergenza. Ma, ha aggiunto Corrado Catenacci, «con gli Orsi non ho mai avuto niente a che fare. Me ne trovai uno a un pranzo pagato da me, allora non sapevo neppure chi fosse». Quanto ai suoi rapporti con il consorzio Ce4: «Pessimi, ricordo che una volta il presidente venne da me non fare molto prepotente e mi disse: "Voi non sapere chi siamo"».
Dopo un breve controesame da parte dei difensori di Nicola Cosentino (Agostino De Caro e Stefano Montone), il dibattimento è stato aggiornato all'udienza del 6 febbraio, con la testimonianza di Massimo Paolucci.

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