Caldoro: «Differenziata al 39%»

Il governatore sulle discariche sferza i sindaci: «Tocca ai Comuni». Piano, Bruxelles frena: «Non c'è il nostro ok»
20 gennaio 2012 - Angelo Agrippa
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

NAPOLI — Stefano Caldoro stringe la mano a Johannes Hahn, commissario europeo per le politiche regionali, dopo il pranzo sulla terrazza dell’hotel Excelsior. Per poi appuntarsi al bavero il suo fiore all’occhiello: «Vi sono buone notizie per la differenziata: in Campania siamo al 39%. In base a dati provvisori stiamo scalando la classifica e siamo tra le prime regioni d’Italia». Il governatore punta lo sguardo su cosa resta ancora da fare: «Abbiamo completato tutti gli adempimenti che ci sono stati chiesti dall’Europa: cronoprogramma, piano rifiuti. Ora, la Ue attende che nella fase di transizione vengano aperte le discariche, in modo da consentire, progressivamente, con l’aumento della differenziata, di chiudere via via anche questi impianti. Ma non dipende da me. Spetta agli enti locali decidere».

Da Bruxelles, tuttavia, arriva un messaggio gelido: «Non è corretto dire che c’è il nostro ok sul Piano rifiuti: non abbiamo approvato nulla, stiamo ancora analizzando il testo», ha precisato il portavoce della Commissione Isaak Valero Ladron: «Mercoledì prossimo, 25 gennaio, incontreremo a Bruxelles il ministro Clini e potremo dire qualcosa in più, anche se fino ad allora potrebbe non esserci il tempo per completare l’analisi». Insomma, mentre Bruxelles studia, Caldoro esercita la sua moral suasion, consapevole che ogni prescrizione deve essere osservata, e per questo evita di aprire fronti polemici con i sindaci: «Ho più volte rivolto loro dei richiami per sollecitarli — ha spiegato —. Per queste decisioni i sindaci sono insostituibili». Il piano per il ciclo dei rifiuti, ha ricordato il presidente della giunta regionale, «prevede diversi livelli di responsabilità». Ai Comuni spettano differenziata, discariche e siti di stoccaggio provvisorio.

E i finanziamenti che le amministrazioni comunali attendono per procedere in questi adempimenti? «La Regione, man mano che il Governo sblocca le risorse, pensa a trasferirle agli enti locali. Ma il compito della Regione è la pianificazione collettiva, che noi abbiamo realizzato. In più, e questo valeva soltanto per la Campania, avevamo il compito di nominare i commissari per l’impiantistica e l’abbiamo fatto». Hahn, in merito all’incontro di Bruxelles del 25 gennaio tra il ministro Clini e il commissario all’ambiente Janez Potocnick, nel corso del quale si discuterà della procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per l’emergenza rifiuti, ha auspicato che «il confronto porti non solo ad accordi, ma a soluzioni sostenibili che potranno poi essere implementate anche in Campania. Saranno Regione e Comune — ha poi aggiunto — a decidere se l’amministrazione comunale potrà utilizzare in maniera diretta parte dei fondi destinati alla Campania». Ma è proprio il nodo discariche che minaccia di provocare nuove tensioni istituzionali. Il presidente della Provincia di Salerno, Edmondo Cirielli (al quale è politicamente legato l’assessore regionale all’ambiente, Giovanni Romano) ha annunciato che «non sosterrà la realizzazione di alcuna discarica sul territorio se a Napoli non verranno individuati siti per le discariche e non inizieranno le procedure per la realizzazione di un altro termovalorizzatore».

Il capogruppo regionale del Pd, Peppe Russo, ha colto la palla al balzo per denunciare che «sul piano rifiuti, il gruppo regionale del Pd più che cercare di mettere le dita negli occhi ha lavorato affinché il Governo li tenesse ben aperti e non considerasse le intenzioni alle stregua di un fatto. L’Ue ci ha infatti chiesto concretezza diffidando di future disponibilità. Come si gestirà la fase intermedia? Si armeranno nuove flotte o facciamo le discariche? Non mi pare esserci anche tra le stesse istituzioni locali un punto d’accordo. Allo stato dell’arte per evitare la catastrofe è costretto ad intervenire il Governo per consentire lo smaltimento fuori regione. Una condizione destinata ad ingrassare non chiari intermediari e le aziende di trasporto con buona pace dell’ambientalismo fai da te. Ciò che continua a essere insopportabile è la copertura della più insidiosa delle emergenze che è quella relativa ai costi sostenuti e quelli ancora da sopportare. Che dire? La mistica dello spreco ha reclutato nuovi fedeli».

E Caldoro, dal canto suo, è tornato proprio sulla necessità di disciplinare i flussi di rifiuti fuori regione secondo «un meccanismo di garanzia e di solidarietà». Nell’incontro dell’altro giorno a Roma alla Conferenza delle Regioni il governatore campano ha, infatti, illustrato una strada «percorribile» che sia adatta a tutte le situazioni di crisi sul fronte dei rifiuti. «Nei giorni scorsi — ha sottolineato — il Consiglio di Stato ha confermato che anche nel Lazio vi è una situazione di emergenza rifiuti. Se il trasferimento fuori regione che, al momento, vede dalla Campania conferire in altri siti tra le 1000 e le 1200 tonnellate al giorno, dipendesse solo da intese rigide, si correrebbe il rischio di far precipitare nuovamente la situazione a Napoli, in provincia, e in parte del territorio salernitano». Tra l’altro, il presidente della giunta regionale ha ricordato che «la Campania è in attesa della pronuncia definitiva del Consiglio di Stato sui trasferimenti della frazione umida nelle altre regioni. E se dovesse essere deciso — ha concluso — che quel tipo di rifiuto non può uscire dalla regione, avremo sicuramente problemi».

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