Così Sodano ha silurato Rossi: ecco le carte acquisite dai pm

La strategia di accerchiamento ed espulsione del vice sindaco, Tommaso Sodano, nei confronti del presidente Asìa. Sodano si consultò con il legale dell'azienda. Ci fu un pressing sulle assunzioni
20 gennaio 2012 - Cristina Zagaria
Fonte: Repubblica Napoli

SI è trattato di un vero e proprio pressing. La strategia di accerchiamento ed espulsione del vice sindaco, Tommaso Sodano, nei confronti del presidente Asìa, Raphael Rossi (mandato via il 1 gennaio 2012), è nelle carte acquisite dalla Procura.
Trenta pagine di delibere, note, comunicazioni interne, in cui da un primo approccio soft e da un linguaggio cauto, nel giro di quattro mesi, si passa all’esplicita richiesta di «assunzione urgente» dei 22 ex dipendenti del Bacino Napoli 5. Una priorità per la nuova giunta che, eletta a giugno, nella delibera del due agosto (numero 868) tenta il primo passo.
La delibera si snoda in tre punti. I primi due riguardano il protocollo d’intesa tra Provincia e Comune per il conferimento all’estero dei rifiuti. Il terzo punto recita: «Si dispone che l’Asìa utilizzerà per la logistica gli impianti di via nuova delle Brecce e di via Brin e per la gestione degli stessi, fino al 31 dicembre 2011, i lavoratori dell’ex Bacino Napoli 5».
A firmare l’atto sono Tommaso Sodano e il coordinatore del dipartimento Ambiente, Giuseppe Pulli. Il giorno stesso, il ragioniere generale dà parere favorevole, ma il segretario generale ricorda: «I divieti e le limitazioni delle assunzioni di personale si applicano per l’amministrazione controllante e per le società a partecipazione pubblica».
Sette giorni dopo, il 9 agosto, l’architetto Pulli invia all’Asìa (la comunicazione è registrata con il numero di protocollo 25195/11 del giorno dopo) la delibera. Nella nota d’accompagnamento Pulli ignora i punti uno e due ma si premura di sottolineare il terzo: «Si invita, pertanto, a mettere in atto, con urgenza, tutto quanto previsto dal punto 3 della delibera e a tal fine si allega l’elenco dei dipendenti del Bacino Na5». Seguono due fogli Excel con 23 nomi, indirizzi, numeri telefonici di casa e di cellulare (uno, a volte anche due) dei dipendenti da “utilizzare”.
Tra questi anche il nome di due donne, una sarebbe addirittura non una ex dipendente, ma la figlia di un dipendente deceduto. Il presidente Asìa, però, non vuole assumere i 23, non servono all’azienda. Si oppone. Scatta un braccio di ferro tra Sodano e Rossi, documentato da incontri e riunioni. Il 5 ottobre (nota numero 626761) interviene anche il capo di gabinetto del sindaco, Attilio Auricchio, che ribadisce al presidente di Asìa di «concludere sollecitamente la vicenda» e cambia anche la terminologia.
L’ «utilizzazione» dei 23 lavoratori diventa «l’operazione di assorbimento» e nel passaggio successivo «l’assunzione degli ultimi 22 rimasti inoccupati (inizialmente i lavoratori sono 24, poi diventano 23 e alla fine 22 a causa di due decessi, ndr)». Perché questo cambiamento di termini? Lo spiega la nota stessa: «Perché la situazione individuata con la delibera 868 non è più praticabile, in quanto gli impianti di via Nuova delle Brecce e di via Brin serviranno per altre finalità». Insomma è passato troppo tempo, mancano due mesi al 31 dicembre e la delibera del 2 agosto non serve praticamente più. Il Comune ha fretta e accelera i tempi, andando dritto al sodo: l’assunzione.
A novembre il braccio di ferro diventa vera e propria rottura. Raphael Rossi, infatti, chiede consiglio all’avvocato di Asìa, Giuseppe Ferraro, che il 18 novembre risponde: «Asìa potrebbe procedere ad ulteriori assunzioni soltanto nei limiti consentiti dal patto di stabilità e attraverso procedure concorsuali imparziali e selettive».
Rossi ribadisce il suo «no» a Sodano. Un mese dopo Rossi viene mandato a casa, con la prima delibera del nuovo anno. Presidente Asìa diventa Raffaele del Giudice, vecchio compagno di barricate (ai tempi dell’opposizione) di Sodano. Tutte le carte, con la ricostruzioni di Rossi di incontri e riunioni, sono state acquisite dai pm Giuseppe Noviello, Paolo Sirleo e Ida Teresi.

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