A Napoli una girandola di competenze per Tarsu e Tia

Fra sindaci e Province girandola di competenze

Paradossi. Per la gestione di Tarsu e Tia
14 gennaio 2012 - Giuseppe Debenedetto, Gianni Trovati
Fonte: Sole 24 Ore

Fino al 31 dicembre i Comuni affiancati alle Province, nel 2012 solo queste ultime e dal 2013, con un nuovo tributo, un'altra volta la palla nel campo dei Comuni.
La giostra delle competenze nella riscossione della tassa e della tariffa sui rifiuti urbani regala alla Campania un altro record europeo di complicazione nella gestione del servizio ambientale, che dopo 18 anni di emergenza continua (dal 1994 al 2008 formalizzata anche dal commissariamento, poi rimasta nei fatti) non sembrava aver bisogno di altri ostacoli normativi.
La girandola nasce dal braccio di ferro fra sindaci e presidenti di Provincia scatenato nel 2009 da un Parlamento diviso da due gruppi interni al Pdl con visioni opposte sulla patata bollente dei rifiuti, e sopravvive per una successione delle norme che più disordinata non si può.Allabase di tutto c'è il Dl 195/2009 che, dopo una partita che al Pdl campano guidato da Nicola Cosentino ha visto opporsi l'allora ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, e la collega alle Pari opportunità, Mara Carfagna, ha messo in campo una soluzione di compromesso. All'inizio si ipotizzò di passare in toto alle Province la gestione della tassa (o della tariffa,a seconda dei territori), imponendo ai Comuni di passare agli enti di area vasta gli archivi Tarsu-Tia, le informazioni relative alla raccolta dei rifiuti e i database dell'anagrafe per poter individuare al meglio la platea dei contribuenti a cui chiedere conto. Visto il disordine applicativo che sarebbe scaturito dal passaggio immediato di consegne a enti che fino al giorno prima non si erano mai occupati del tema, si decise nella legge di conversione di aprire una fase transitoria con un doppio binario, che ha impegnato entrambi gli enti e ha mantenuto di fatto la gestione di Tarsu e Tia in capo ai Comuni prima di essere trasferita alle Province.
La fase transitoria, però, è scaduta il 31 dicembre 2011, e il "Milleproroghe" approvato a fine anno ha tralasciato di risolvere la questione. Il tema, in realtà, è stato affrontato, e la stessa commissione Ambiente della Camera, esaminando il testo per la legge di conversione, ha lanciato l'allarme chiedendo di prorogare la fase "transitoriaa" almeno a tutto il 2012. Il testo finale, con una soluzione che fmisce per complicare ulteriormente il rompicapo, ha prorogato solo una parte della disciplina transitoria, cioè quella (articolo 11 comma 2-ter del Dl 195/2009) che mantiene in capo ai Comuni il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, ma non ha ritoccato la parte fiscale (commi 5-bis, tere quater dello stesso articolo 11 che invece si occupa degli aspetti legati alle modalità di calcolo della tassa e della tariffa e alla riscossione degli importi. Risultato: dal 1 gennaio i Comuni dovrebbero spazzare le strade e raccogliere i sacchetti, mentre le Province sarebbero chiamate a definire tassa e tariffa e a riscuoterle.Un mix di competenze che non ha uguali in nessuna parte d'Italia (e non solo), e che oltretutto dovrebbe allestire un'impalcatura applicativa imponente ma destinata a tramontare a fine anno. Dal 1 gennaio 2013, infatti, il decreto «salva-Italia» ha previsto l'avvio della Res, il nuovo tributo che dovrà finanziare il servizio di igiene urbana e i servizi «indivisibili» erogati dai Comuni, e che sarà gestito interamente dai sindaci in tutta Italia (Campania compresa).
In una situazione del genere, il primo rischio evidente è quello di un ulteriore crollo del tasso di fedeltà dei contribuenti, già messo a dura prova in molti territori dallo stato delle strade e dall'impennata delle tariffe prodotta dalla previsione (contenuta nel Dl 61/2007, valido per il periodo 2008-2013) che in Campania tasse e tariffe coprano interamente il costo del servizio. Un quadro paradossale, di conti più salati (e più evasi) per servizi più scadenti, mentre il caos normativo coinvolge ora anche Comuni come Salerno o Portici che l'emergenza l'hanno letta solo sui giornali e da tempo vantano percentuali svizzere di raccolta differenziata.

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