Rifiuti fuori Campania, decreto del governo
NAPOLI — L'Italia non si può permettere la multa 516 mila euro al giorno che la Commissione europea potrebbe comminare al Paese per la situazione dei rifiuti in Campania. Lo sa bene Clini e con lui tutto il Consiglio dei ministri, che infatti ha varato un decreto per creare la possibilità di trasferire i rifiuti trattati (e ammassati) negli Stir campani fuori regione in base al solo accordo con i gestori degli impianti che dovrebbero effettuare lo smaltimento. Il provvedimento d'urgenza, valido fino al 31 dicembre, è tagliato ad hoc per avere il tempo di affrontare in maniera decisa e definitiva la questione. E anche per lanciare un segnale a Bruxelles: la risposta alla lettera di messa in mora da parte dei commissari europei dovrà pervenire loro entro lunedì (la scadenza sarebbe stata mezzanotte di domenica), mentre il ministro Corrado Clini si recherà nella capitale belga mercoledì 25 gennaio per «affrontare» il commissario all'Ambiente della Ue Janez Potocnik con una delegazione di Regione, Provincia e Comune di Napoli, probabilmente rappresentato dal sindaco Luigi de Magistris. Mentre a Napoli ha raccolto i consensi espliciti dei rappresentanti istituzionali, il decreto non è piaciuto affatto al governatore del Piemonte. Il leghista Roberto Cota ha dichiarato: «Sarebbe un atto gravissimo se davvero fosse prevista la possibilità di scaricare i rifiuti di Napoli sulle altre Regioni senza un'intesa con le stesse». Ma certamente non sarà la protesta di Cota a far cambiare idea al governo. Anche perché da Bruxelles arrivano voci poco tranquillizzanti. Joe Hennon, il portavoce di Potocnik, ha annunciato che la risposta dell'Italia dovrà essere «sostanziale e concreta», non una «lettera generica». La Commissione europea vuole «vedere l'azione di breve periodo sul terreno e di lungo periodo essenzialmente volta a risolvere il problema. Dobbiamo sapere come elimineranno i rifiuti che si sono accumulati, quali piani hanno per la raccolta e la differenziazione dei rifiuti e i loro piani per l'infrastruttura, cioè cosa faranno riguardo al riciclaggio, alla conversione dei rifiuti in energia». Insomma, «dev'essere una risposta ai punti legali che abbiamo sollevato», visto che «l'Italia ha avuto quasi due anni, quindici aspettiamo certamente qualcosa di più di un semplice schema di proposta. Anche se non c'è bisogno che sia il piano definitivo in tuffi i suoi dettagli». Clini, tuttavia non è pessimista, soprattutto se il piano rifiuti sarà effettivamente approvato in consiglio regionale entro la prossima settimana, come previsto, cosa che gli consentirà di offrire un'esposizione «più razionale» su cosa si intende fare sia sulla differenziata che sugli impianti e gli inceneritori. Lo stesso ministro, però, ha parlato con una punta di amarezza dei rifiuti che vanno per nave in Olanda, dove gli inceneritori ne hanno bisogno perché lì la differenziata ha ridotto approvvigionamento degli impianti dove quindi possiamo spedire i nostri pagando a prezzo relativamente basso: «L'energia prodotta viene rivenduta in rete europea e probabilmente importata in Italia». Un vero paradosso. Sottolineato dall'esultanza di Eric Sloots, direttore commerciale dell'olandese Avr, che riceve i rifiuti partenopei. Sul sito dell'azienda, Sloots ha dichiarato: «Trattando 50 mila tonnellate di rifiuti di Napoli produrremo abbastanza energia per 35 milioni di docce bollente.