Giugliano, il business dei suoli inceneritore nelle terre dei boss

E nel 2010 la Protezione civile acquistò le aree
La presidenza del Consiglio dei ministri versò due milioni: a chi sono andati quei fondi?
18 gennaio 2012 - Conchita Sannino
Fonte: Repubblica Napoli

GIUGLIANO Quello che l'Europa non sa è custodito dentro, e sotto, il "cimitero" delle ecoballe, a Taverna del Re. I suoli, per anni pagati dallo Stato con fitti d'oro a prestanomi dei casalesi, secondo i pentiti, sono destinati a ospitare l'inceneritore di Giugliano, per il quale ora si annuncia il via alla gara: addirittura un "punto di forza" del piano regionale che deve scongiurare le sanzioni della Ue. Quello che l'Europa non sa è che la Protezione civile ha comprato quei suoli per 2 milioni, a emergenza già chiusa. Perché, visto che sarebbe intervenuto il capitale del futuro impianto? Non è tutto: i 4 milioni di balle sono ancora "patrimonio" di Impregilo. Vanno riscattate. Con quale denaro?
UN IMPIANTO che costerà non meno di 500 milioni. Un inceneritore che, stando alle buone intenzioni, dovrebbe essere pronto entro il 2015 per cominciare ad abbattere i primi 4 milioni di ecoballe che, pure, insistono al momento nel "patrimonio" della vecchia proprietà Impregilo. Mentre l'insidia più incombente resta il rischio di infiltrazioni in un territorio dove nel business—lo raccontano a verbale i pentiti di camorra, da Gaetano Vassallo a Tammaro Diana—"comandano" e hanno già incassato fiori di denaro pubblico il clan Mallardo e i "cugini" casalesi, innanzitutto la holding del padrino Michele Zagaria. Si tratta degli stessi suoli che la presidenza del Consiglio dei ministri ha acquistato nel 2010, si scopre, per più di 2 milioni. Parliamo del terreno su cui dovrà sorgere l'impianto che lo stesso decreto Berlusconi prevedeva: e se è vero, come hanno ricostruito di recente alcuni pentiti di camorra, che quei suoli erano legati a prestanomi del boss Michele Zagaria, a chi sono andati davvero quei 2 milioni?
Nodi intricati. Dettagli che il piano regionale sui rifiuti, appena inviato a Bruxelles con squilli di tromba, non contempla. Piccole angosce che, comprensibilmente, anche il sindaco di Giugliano, terza città campana, tende ad allontanare. Anzi è proprio lui, Giovanni Pianese, avvocato, del Pdl, a confermare: «Ormai quei suoli sono di proprietà della presidenza del Consiglio, sono stati acquistati nel novembre 2010». Cioè, quando la gestione commissariale era chiusa da ormai 11 mesi e resisteva solo la gestione stralcio? «Si. Comunque questo atto a noi è stato solo notificato». Ecco gli estremi: il Dipartimento della Protezione civile paga, attraverso una cessione volontaria a tre cittadini, oltre 2 milioni. In particolare: lo Stato versa 1 milione 813mila e 747 euro per acquistare i 192mila metri quadri di Taverna del Re dove giacciono le ecoballe; e versa altri 229mila e 527 euro per indennità del terreno «occupato dal 1997». Incrociando questo atto del 2010 con dichiarazioni di pentiti di camorra che risalgono al novembre 2011, risulta che - lo racconta il pentito Tammaro Diana - «sull'ampliamento del sito di stoccaggio di rifiuti di Taverna del Re da Giugliano a Villa Literno, ci furono investimenti di Michele Zagaria. Si tratta dello stoccaggio delle famose ecoballe. Era un grande business in cui si lanciarono Michele Zagaria e Enrico Fabozzi (ex consigliere regionale e sindaco di Villa Literno, oggi detenuto, ndr) insieme ad altri politici», coperti daomissis.
Sono elementi che non turbano il sindaco in carica, sicuro del suo ruolo. «Le eventuali mire della camorra sul futuro dell'inceneritore? Guardi, io faccio il sindaco, non l'ufficiale di polizia. E mi auguro che ci sia la massima trasparenza e vigilanza sul-l'iter. Ma "camorra" è diventata ahinoi una parola magica», spiega Pianese, al comando di un palazzo in cui siedono, come consiglieri, anche parenti di pregiudicati di consistente calibro criminale. Come quel capogruppo Pdl Antonio dell'Aquila, cugino del boss di recente arrestato. «Beh, cosa possiamo farci? Una parentela può capitare, le responsabilità personali sono altra cosa». Sindaco, in che senso diceva che camorra è "parola magica"? «Perché chiude o apre porte a seconda dei timori o delle convenienze — argomenta Pianese —. Quindi, se per il timore di infiltrazioni vogliamo tenerci a vita questi milioni di ecoballe, spieghiamolo all'Europa e consegniamole ai posteri».
A Giugliano, il giorno dopo l'approvazione del piano rifiuti, il sindaco fa quindi di necessità virtù. «Facemmo un ordine del giorno in cui ci opponevamo a ogni tipo di termovalorizzatore, anche perché temevamo che servisse a tutta la regione. Ora, invece, non ci opponiamo aprioristicamente all'idea di smaltire 6-8 milioni di pezzi: anche perché almeno avremo una certezza di liberare il territorio. Anche se, prendendo come riferimento la capacità attuale dell'impianto di Acerra, sappiamo che impiegheremo non meno di dieci anni dall'effettiva partenza».
Progetti legittimi, e pagine tutte da scrivere. Quello che l'Europa non sa, e che nessuna delle istituzioni ricorda, è anche l'altro nodo legato alla condizione di quelle ecoballe. Lo ricorda l'amministratore delegato di Asia, Daniele Fortini, ormai memoria storica dell'infinita emergenza napoletana e campana. «Le ecoballe sembrano essere nel patrimonio di Impregilo, il gruppo nella lunga controversia con le istituzioni le ha indicate all'attivo del bilancio, esattamente con il valore di "carburante" per la produzione di energia». In poche parole, «andrebbero riscattate». Con quale denaro? A quali condizioni? Dettagli che l'Europa non conosce ancora.

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