Rifiuti, la Corte per i diritti umani condanna l'Italia

La sentenza: Dal 1994 al 2009 lo Stato non ha saput gestire l'emergenza
No ai risarcimenti: I giudici riconoscono le violazioni ma non il danno alla salute
11 gennaio 2012 - Virginia Lori
Fonte: Unità

Secondo i giudici di Strasburgo, la cattiva gestione della crisi dei rifiuti in Campania ha violato alcuni diritti della Convenzione europea dei diritti dell'uomo: lo Stato non pub costringere i cittadini a vivere tra l'immondizia.
ROMA Dal 1994 al 2009, lo Stato italiano non è stato capace di gestire adeguatamente l'emergenza rifiuti in Campania. Per questo la Corte dei Diritti dell'uomo di Strasburgo ha condannato l'Italia, sulla base di un ricorso presentato da 18 cittadini di Somma Vesuviana. La Corte ha riconosciuto la violazione del diritto alla salvaguardia della vita privata e familiare: lo Stato cioè non può costringere i suoi abitanti a vivere tra i rifiuti. Non è stato però riconosciuto il danno alla salute.
I giudici di Strasburgo hanno ritenuto che la vita e la salute dei ricorrenti non sono state messe in pericolo dall'emergenza rifiuti e che gli studi scientifici presentati dalle parti sull'esistenza di un legame tra un aumento dei casi di cancro e la gestione dei rifiuti in Campania arrivano a risultati divergenti.
NIENTE INDENNIZZI
Così, nonostante la condanna, la Corte di Strasburgo non ha riconosciuto Noai risardmenti I giudici riconoscono le violazioni ma non il danno alla salute l'indennizzo di 15 mila euro per danni morali richiesto dai 18 ricorrenti, sostenendo che aver constatato la violazione del loro diritto alla vita privata e familiare è da considerarsi una riparazione sufficiente del danno morale subito.
I magistrati hanno anche stabilito che lo Stato italiano dovrà versare all'avvocato Errico di Lorenzo, che oltre a rappresentare il gruppo è uno dei ricorrenti, 2.500 mila euro per le spese legali sostenute, a fronte di una richiesta da parte del legale di 'oltre 20 mila euro.
Proprio mentre arriva la notizia della condanna, il ministro dell'Ambiente Corrado Clini, annuncia: entro lunedì sarà presentato all'Ue il piano per i rifiuti di Napoli: «Siamo riusciti a mettere insieme tutti e il piano comincia ad essere consistente». E intanto il sindaco Luigi de Magistns reagisce: «Viviamo nel paradosso per cui noi che stiamo risolvendo i problemi subiamo la condanna per fatti determinati da chi non ha saputo gestire e ha creato disastri». Le sentenze vanno rispettate, ripete il sindaco, ma sottolinea pure come arrivino "dopo" che i fatti sono accaduti. «È importante però che le "fotografie" che hanno determinato questa sentenza non ci siano più. A noi tocca convincere la comunità internazionale che le cose stanno cambiando e che da parte di questa amministrazione c'è tutto l'impegno». Il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, mette però in guardia sul pericolo di condanne più pesanti. «Non vorrei che l'Unione Europea che deve decidere sulla procedura d'infrazione fosse condizionata dal provvedimento di Strasburgo, che risponde a tempi e logiche di giudizio completamente diversi, concentrandosi su un periodo che va dal 1994 al 2009. Ora le cose sono notevolmente cambiate. C'è piena sinergia tra le istituzioni - aggiunge Caldoro - e si stanno facendo passi avanti concreti per elaborare un piano credibile e in linea con le normative europee». La decisione della Corte di Strasburgo, però, non sembra così sorprendente. Perlomeno ad Emete Realacci, responsabile Green Economy del Pd. «Purtroppo è comprensibile», commenta lui. «Del resto è impossibile far capire all'estero quello che è accaduto in Italia sul fronte dell'emergenza rifiuti. C'è uno "spread" di civiltà e di efficacia delle politiche pubbliche che va colmato una volta per tutte».

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