De Magistris-Rossi, ora è lite

Il sindaco batte i pugni sul tavolo: «Bugie, la vicenda dei dipendenti del Bacino Napoli 5 non c'entra nulla, la mia è stata una scelta tecnica». Domani nuovo incontro a Roma con il ministro Clini per evitare le sanzioni dell'Ue
8 gennaio 2012 - marot
Fonte: Roma

NAPOLI. «La vicenda dei lavoratori del Bacino non c'entra in alcun modo con la sostituzione di Raphael Rossi ai vertici dell'Asia» Batte i pugni sul tavolo il sindaco Luigi de Magistris, che torna sulla vicenda dell'avvicendamento a capo della partecipata ambientale, dopo le parole dell'ex presidente Raphale Rossi. In una lettere, infatti, quest'ultimo ha scritto che il suo licenziamento da presidente dell'azienda «è stata una scelta del sindaco, non concordata con me». Tra i motivi del «conflitto» tra Rossi e il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ci sono 23 assunzioni che il manager non ha fatto. «Erano inutili. Secondo un parere legale che ho chiesto, erano fuori dal diritto - precisa Rossi - Ma in quel contesto, che non è il mio, le pressioni sociali sono molto forti». «Certe prassi politiche a Napoli sono terribili - aggiunge - de Magistris sta cercando di fare tabula rasa». Una vicenda su cui l'ex pm, paladino della legalità in questo principio del suo mandato, non vuole transigere: «Ho voluto Rossi in squadra, in quel momento, perché Napoli ha un respiro nazionale - ribatte - Lui ha lavorato bene in tante difficoltà. Ovviamente si deve migliorare e dopo la fase dell'emergenza, ho ritenuto che per andare avanti e migliorare, la persona più adatta Raffaele Del Giudice, che faceva già parte della squadra sono fermamente convinto di aver fatto la scelta giusta allora e oggi». «I successi che abbiamo ottenuto sono merito della squadra - prosegue - Non solo di Rossi che io ho voluto. Molte delle cose ottenute dalla squadra, senza gli interventi di altre persone, non si sarebbero raggiunti. La nomina di Del Giudice, in termini di conoscenza del territorio, delle associazioni, efficienza e risparmio dei costi organizzazione e amore per la città, lotta a ogni forma di illegalità - insiste - è il massimo della garanzia possibile sui temi dell'etica, trasparenza e della correttezza». Il tema bollente dell'Asia lascia quindi poco spazio alle scadenze ormai alle porte. C'è, infatti, la decisione dell'Unione Europea fissata per il 15 gennaio, dove Napoli e la Campania rischiano una supermulta per i cumuli della scorsa primavera. Domani è previsto un nuovo incontro «a Roma con il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini - conferma de Magistris - e parleremo dei fondi mai trasferiti per la differenziata e della questione del termovalizzatore». «Sarebbe una cosa straordinaria perché ci consentirebbe di lavorare al meglio - continua - Non ci sono più le contrapposizioni forti del passato tra le istituzioni, ci sono alcuni nodi, divergenze, ma non quelle». «Nell'accordo fatto in Prefettura - ricorda de Magistris - si parla di una diversa dislocazione del termovalorizzaatore. Abbiamo insomma ottenuto che non si facesse a Napoli. La realizzazione di questi impianti ai quali noi siamo e restiamo contrari non dipende da noi. Anche se ci muoviamo su posizioni diverse, il termovalorizzatore resta nel piano rifiuti regionale». Sulla questione Ue, invece, de Magistris dice che «da un alto il Governo Monti, dall'altro quello che stiamo facendo, fanno arrivare ad avere tutti gli elementi per evitare la multa. Abbiamo i siti, le navi, raggiunto il 22% di differenziata, nonostante le difficoltà dei fondi - dice ancora - Credo che Bruxelles dovrebbe dare un'apertura di credito al Governo e a tutti noi». «L'Europa - conclude - adesso ha tutti i motivi non solo per non multarci, ma anche per scongelare i 140 milioni (fondi bloccati in attesa di un miglioramento da parte della Campania e che rischiano di essere persi insieme ai circa 600milioni di eventuale multa). Qui comunque la situazione è seria, ma non meno di quella di Roma».

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