Rossi: «Mi infangano». Sodano: «Fantasie»
Il nuovo fronte di Idv I tre consiglieri comunali del partito di Di Pietro contestano la visita di Sodano a Insurgencia «che occupa abusivamente locali comunali»
NAPOLI — La sfida è di quelle epiche. Da crociati contro infedeli. Da una parte il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, e il suo vice, Tommaso Sodano. Dall'altra, Raphael Rossi, l'ex presidente di Asìa dimissionato, moderno «profeta» dell'etica applicata alla buona amministrazione e oggi — come scrive su il Fatto quotidiano online — «solo e senza contratto, vivendo con un pizzico di ironia la mia seconda stagione da precario nella lotta per l'etica nella pubblica amministrazione».
De Magistris, in una dichiarazione, ha tentato di scrivere la parola fine alla querelle che da giorni rimbalza tra roventi invettive e insinuanti accuse sui giornali, escludendo ancora una volta che alla base della revoca dell'incarico a Rossi vi sia la contesa sull'assunzione dei 23 dipendenti dell'ex consorzio di bacino: «Rossi ha fatto un buon lavoro, ma molte cose sono state risolte grazie al nostro intervento — dice l'ex magistrato —. Adesso, finita l'emergenza, si è passati all'ordinarietà e abbiamo deciso di spostare Raphael Rossi e sostituirlo con una persona che conosce molto meglio il territorio. Ho voluto Rossi in squadra, in un primo momento, perché Napoli ha un respiro nazionale. Ovviamente — afferma poi il sindaco — si deve migliorare e dopo la fase dell'emergenza ho ritenuto che per andare avanti e migliorare la persona più adatta fosse Raffaele Del Giudice, che faceva già parte della squadra. Sono fermamente convinto di aver fatto la scelta giusta allora e oggi». Quindi, «per andare avanti e migliorare», un uomo «di squadra».
Rossi replica. Ma il suo pensiero, come dire, resta foderato, chiuso nella difesa di se stesso e per l'ennesima volta non spiega tutto con chiarezza. Solo il tono delle sue denuce è evidentemente aspro: «Nonostante gli elementi infondati e comici della vicenda —scrive sul blog del Fatto, al termine di una lunga ricostruzione della sua attività a capo di Asìa, nella quale respinge le insinuazioni su consulenze e presunti sprechi — resta comunque questo vergognoso tentativo di infangarmi. E un meccanismo classico che ti prende per sfinimento. Bisogna essere molto abili a schivarne i colpi. E soprattutto ha altre due funzioni devastanti: quella di spostare l'attenzione, distraendo da altre situazioni torbide; e quella di indebolire una persona e lasciarla isolata. Quest'ultimo, un altro meccanismo tipico del malaffare». Verrebbe da chiedergli: con chi ce l'ha? Quali sono le situazioni torbide che lei denuncia? Chi ha messo in moto la mai sepolta macchina del fango? Rossi non lo chiarisce, ma aggiunge: «È arrivata la nave che porterà i rifiuti in Olanda: abbiamo voluto fosse un servizio vero con un contratto solido e non uno spot politico o un test. In questo modo abbiamo sottratto parecchi soldi alla criminalità locale». E poi: «Ancora adesso, continuo a chiedermi se sia successo dell'altro. Può darsi che, lavorando in maniera rigorosa, abbia toccato interessi molto forti, senza di fatto accorgermene. Il fango non si fermerà e cercheranno appunto di isolarmi per rendermi un bersaglio più facile da colpire».
Accuse forti, che lasciano per terra un'oscura scia di inquietudine. Il vicesindaco Sodano commenta amareggiato: «Anche da queste espressioni usate da Rossi si legge con evidenza che le sue sono fantasie sabaude. Anzi, è lui che getta gratuitamente del fango addosso agli altri. So bene cosa sia la macchina del fango per averla sperimentata sulla mia pelle dopo aver denunciato il vero malaffare dello scandalo rifiuti in Campania. Rossi dimostra di non essere un vero uomo di squadra se parla così. La stessa nave dei rifiuti è un risultato di squadra. Daniele Fortini, amministratore di Asia, è stato il primo ad aver rapporti con l'estero per il trasferimento dei rifiuti. Qui non ci sono primogeniture. Ma un lavoro collettivo che da sempre anima l'impegno del sindaco de Magi-stris e della sua amministrazione». Dunque, Rossi — si direbbe in gergo — è ufficialmente «scaricato» da sindaco e vicesindaco. Sebbene i venti di crisi minacciano di trasformarsi in tormenta per la finora blindatissima serenità dell'amministrazione arancione di Napoli.
Tocca anche a Sodano, infatti, essere pubblicamente redarguito. Lo fanno tre consiglieri comunali di Italia dei Valori con una nota nella quale gli contestano di aver visitato il Laboratorio Insurgencia: «Con grande stupore — scrivono Antonio Luongo, Marco Russo e Carmine Schiano — abbiamo appreso la notizia della visita del vice sindaco Sodano presso il centro sociale che occupa da anni abusivamente locali di proprietà comunale. L'amministrazione de Magistris si sta distinguendo per un'acerrima lotta all'illegalità nella città, senza guardare in faccia a nessun tipo di privilegio, né economico, né politico. Iniziative come questa, estemporanee, e prese in totale autonomia, senza preavviso e senza consultarsi con il resto della maggioranza, rischiano di minare l'immagine del nostro progetto». Non solo, sullo scottante tema dell'assunzione dei 23 addetti del consorzio, sono intervenuti Gennaro Esposito e Carlo Iannello, consiglieri comunali di Napoli è Tua, e Gaetano Troncone, dell'Idv, per «precisare che il consiglio comunale non ha emesso alcuna delibera»: infatti «come si può leggere dal resoconto stenotipico sul sito del Comune, ha approvato all'unanimità un ordine del giorno, che è un atto di indirizzo non vincolante». Inoltre, i consiglieri di de Magistris aggiungono che d'amministrazione, nella persona del vicesindaco Sodano, ha omesso di comunicare all'assemblea che i detti lavoratori avevano subìto un rigetto della loro domanda di assunzione dal tribunale del lavoro, che vi sarebbero dei pareri legali contrari alla loro assunzione e che sarebbero costati all'amministrazione circa 70o mila euro all'anno. Non si comprende, inoltre, come sia andato via Rossi e restato Fortini ereditato dalla precedente amministrazione. Aspettiamo, quindi, che l'assessore all'ambiente dia le spiegazioni alla cittadinanza tutta». Insomma, le pagelle si sprecano, per non dire delle ammonizioni notificate a mezzo stampa. Il rischio è che, dopo pochi mesi di «rivoluzione arancione», il colore della bandiera sbiadisca per l'ansia di chi sente di avere più titoli di altri a ripulirla e a redigere la versione aggiornata del decalogo del buon amministratore.