Termovalorizzatore, nuova offerta di A2A Lite Comune-Regione
NAPOLI — Da una parte la Regione annuncia: «Alla scadenza del termine per la presentazione delle domande di partecipazione al dialogo competitivo per la realiziazione del termovalorizzatore di Napoli indetto dal commissario, è pervenuta la domanda del raggruppamento costituito da A2A spa (mandataria), Cnim s.a. e Eureca consorzio stabile (mandanti)». La documentazione presentata sarà verificata questa mattina. Dall'altra il Comune di Napoli comunica: «Nell'ambito della collaborazione fra le amministrazioni, in particolare nel settore ambientale, il Comune di Napoli e il Comune di Milano si sono impegnati a sostenere le rispettive aziende partecipate, al fine di provvedere alla realizzazione di un'adeguata dotazione impiantistica, in grado di valorizzare i materiali rinvenienti dalla raccolta differenziata del Comune di Napoli e della sua area metropolitana. Le imprese partecipate di Napoli e Milano attiveranno immediatamente tutte le verifiche necessarie al fine di dare rapida concretezza agli intendimenti delle amministrazioni proprietarie». L'accordo, stilato nell'incontro fra il vicesindaco Tommaso Sodano e i vertici della partecipate del Comune di Milano, dovrebbe trovare applicazione a Napoli Est. La stessa area in cui dovrebbe sorgere il termovalorizzatore previsto nel piano regionale per i rifiuti. Due annunci e nessun accordo, visto che l'inceneritore l'amministrazio-ne comunale proprio non lo vuole, come ieri ha ribadito per l'ennesima volta Sodano. Al quale ha replicato per l'ennesima volta l'assessore regionale Giovanni Romano: «L'impianto a Napoli Est è previsto dal piano regionale e da un accordo ufficiale sottoscritto anche dal Comune nel 2008. Quindi io devo procedere in quella direzione. Può essere modificato? Certo, ma al momento quell'accordo è in vigore». Insomma è di nuovo «guerra» a soli quattro giorni dall'incontro di Roma, dove Regione, Provincia e Comune di Napoli dovranno illustrare al ministro Clini la situazione dei rifiuti e i progetti avviati in modo che il governo possa rispondere ai commissari europei ed evitare la multa che ci attende se le risposte non saranno convincenti. E Clini ha già chiarito che — eventualmente — quella multa ricadrebbe proprio sulla Campania, unica regione a determinare la procedura d'infrazione. Ma è possibile andare prima a Roma e poi a Bruxelles con il fronte istituzionale così spaccato? E possibile evitare la maxi multa? «Certamente non ci riusciremo se non saranno superate le posizioni ideologiche», commenta preoccupato l'assessore provinciale all'Ambiente Giuseppe Caliendo. L'unica speranza di spezzare la tensione tra Comune e Regione sembra riposta nella possibilità che siano le aziende stesse a proporre una soluzione, per esempio quella già presa in considerazione di localizzare il termovalorizzatore al di fuori del territorio di Napoli. A proposito di aziende, la Regione Campania ha vinto in Cassazione nella causa contro la Fibe spa per l'annosa vicenda del mancato pagamento, da parte della società di produzione di combustibile da rifiuti, della ecotassa su un milione e 40o mila tonnellate di rifiuti portate in discarica dal 2ooi fino al primo quadrimestre del 2003 per un totale di circa 35 milioni evasi in base a quanto emerso da indagini della Finanza. La Suprema Corte, infatti, ha bacchettato i giudici tributari campani, secondo i quali la Fibe non doveva pagare l'ecotassa dando per buona, senza chiedere alcun riscontro, la tesi dell'azienda in base alla quale i rifiuti stipati nel sito di Giugliano avevano la funzione di «risanamento ambientale». Con la sentenza 307n, la Cassazione ha ordinato alla Commissione tributaria campana di riesaminare la vicenda in base al principio «che tutto ciò che si conferisce in discarica è rifiuto e, dunque, la parte che ne invoca una diversa natura ai fini dell'esenzione dell'ecotassa o della imposta agevolata» deve dimostrarla.