Dai pm per 4 ore, la verità del manager «Mi opposi alle ventitré assunzioni»

È stato ascoltato per quasi quattro ore, nella tarda serata di martedì. E stato ascoltato sulla delibera comunale che ha reso possibile l'assunzione di 23 dipendenti ex bacino Napoli cinque nei comparti della Asia, ma anche sullo stato della più importante macchina amministrativa in materia di raccolta dei rifiuti. Asia, appalti, assunzioni, sindacati. Di questo si è parlato nel corso del faccia a faccia tra Raphael Rossi, ex manager della municipalizzata che ha rassegnato dimissioni record accolte senza alcun ripensamento dai vertici di Palazzo San Giacomo. «Ho trovato scarse risorse e una struttura tecnicamente inadeguata», sembra aver fatto capire l'enfant prodige della pubblica amministrazione torinese, dopo aver chiuso la sua esperienza a capo della Asia. Tante aspettative da parte della società civile cittadina, un processo di «rivoluzione» ancora in corso, uno scenario difficile da dominare - almeno alla luce di quanto emerge dall'interrogatorio reso da Rossi - con strumenti e apparati di cui dispone la pubblica amministrazione. L'ex manager - ormai è storia nota - è stato ascoltato come persona informata dei fatti, come potenziale teste d'accusa in una inchiesta che ha macinato nel corso degli ultimi mesi arresti, sequestri, acquisizioni documentali e decine di testimonianze. Non fa nomi, non personalizza né eleva a denunce le sfumature polemiche di questi giorni. Scarse risorse, fisiologia di una macchina amministrativa chiamata ad assicurare normalità a una città ora più che mai in bilico tra emergenza e voglia di riscatto. Indagine condotta dal pool guidato dal procuratore aggiunto Gianni Melillb, il teste viene convocato in Procura dopo le 19, ma la chiusura del verbale avviene intorno alle 23. Assunzioni, il tema principale. Sono quelle 23 unità operative - età media 50 anni - su cui Rossi aveva espresso parere contrario, in relazione a una possibilità di impiego ritenuta poco adatta, non conveniente, di fronte all'esigenza di funzionalità di Asia. Una testimonianza che ora finisce agli atti di un'inchiesta che punta a ricostruire il presunto sfondo clientelare e affaristico della gestione passata di Asia. Soldi, voti, appalti. Ma anche forniture di aziende che entrano nel campo della raccolta cittadina in un secondo momento, grazie ai subappalti e finanche lotte di piazza Cosa c'entrano le mobilitazioni popolari? Sarebbero organizzate a tavolino a secondo della convenienza, stando a quanto emerge dal coinvolgimento di un leader sindacale che avrebbe intascato soldi per evitare scontri di piazza C'è anche questo all'ombra della raccolta dei rifiuti, in uno scenario in cui proprio la parola assunzione ha sempre svolto un peso specifico.