RIFIUTI, IL "REGALO" DI DE MAGISTRIS CI COSTA UN OCCHIO DELLA TESTA
Tutti appesi a una nave. Quella che dovrebbe trasferire i rifiuti di Napoli in Olanda per essere alla fine combusti in un inceneritore come quello di Acerra. L'arrivo di questa nave più volte annunciato e smentito, è stato ribadito per l'ennesima volta dal presidente di Asia Napoli, Raphael Rossi, in procinto di lasciare definitivamente l'incarico per precisa volontà di De Magistris. A tale proposito il sindaco si è affrettato a precisare che comunque Rossi, seppur degradato, continuerà a occuparsi di rifiuti. Nessuno però conosce le ragioni di questa decisione.
Il cargo olandese sarà quindi il "regalo" per l'Epifania dell'amministrazione comunale alla città di Napoli. «Napoli potrà superare i problemi legati all'emergenza rifiuti. In città - spiega Rossi - mille tonnellate di rifiuti per terra costituiscono l'emergenza: le navi di Avr possono caricare fino a 5mila tonnellate di rifiuti e l'accordo prevede partenze da Napoli anche due volte la settimana». Previsioni queste che potrebbero rivelarsi infondate. La stretta della crisi economica, infatti, ha pesantemente inciso sui consumi e non pochi osservatori hanno utilizzato la quantità di rifiuti prodotti dalla città in occasione del Natale - massa che ha fatto registrare una consistente diminuzione - come credibile indicatore per valutare la portata della regressione economica.
Anche la giustificazione fornita dal presidente di Asia Napoli sulla necessità di trasferire all'estero il pattume non convince. Contrario a ogni ipotesi di localizzazione di un nuovo termovalorizzatore nell'area orientale della città, dove peraltro è in corso una consistente speculazione immobiliare, Rossi ha affermato che servirsi d'inceneritori esteri «risponde a un progetto di vedute più ampie dal punto di vista ambientale per ammortizzare su scala planetaria strutture già esistenti, piuttosto che crearne di nuovi in Campania, [...] mentre gli scenari futuri rilevano, come succede nel Nord Europa, che il futuro prossimo e' una rivoluzione culturale basata su una raccolta differenziata spinta e sull'uso degli inceneritori, già presenti anche all'estero».
Una teoria molto discutibile e che ha determinato un vespaio di polemiche. L'assessore regionale all'Ambiente, Giovanni Romano, ha affermato che «da Napoli salperà solo il rifiuto secco trattato dagli stir (olandesi, ndr), al costo di 115-120 euro a tonnellata. Quello che l'inceneritore di
Per il vicesindaco Sodano invece il trasferimento - come tutte le trovate dell'amministrazione comunale da un po' di tempo a questa parte - è l'ennesima rivoluzione perché punta a spezzare gli interessi «di chi ha ancora troppo interesse a preservare la vecchia filiera discariche-inceneritori e mantenere lo status quo». Tra proclami e chiacchiere, tra navi "por-tamonnezza" che forse vengono e forse vanno (a quando l'idea di ospitare stabilmente a Napoli, magari con base a Bagnoli, una "Monnezza's Cup"?) restano solo due fatti. Al momento l'obiettivo del 70% della raccolta differenziata, più volta annunciato dal sindaco De Magistris da conseguire per Natale, si è rivelato l'ennesima superbufala propagandistica. Soltanto in pochissime Circoscrizioni, infatti, viene effettuata e con punte intorno al venti per cento.
Intanto - tra la semi-indifferenza della stampa e con alcuni giorni di anticipo rispetto al crono programma - il termovalorizzatore di Acerra, fortemente voluto da Silvio Berlusconi per risolvere in modo definitivo la ricorrente crisi dei rifiuti napoletani, ha superato l'obiettivo annuale delle seicentomila tonnellate di rifiuti conferiti, corrispondenti alla capacità dichiarata dell'impianto. Allo stesso tempo sono stati immessi in rete 538 milioni di kilowattora di energia elettrica, pari al fabbisogno annuo di circa 200 mila famiglie, evitando così il consumo di centomila tonnellate di petrolio. Dato, questo, non irrilevante in tempi di crisi e sobrietà.