Rossi convocato in Procura per il caso Asìa
La storia delle dimissioni rassegnate alla fine dell'anno e accolte dal sindaco Luigi De Magistris, il continuo richiamo all'etica pubblica, i rapporti tra Asìa e Comune. Anzi: i rapporti tra Asìa, forza lavoro, aziende appaltatrici e i vertici di Palazzo San Giacomo. Ma anche la questione assunzioni: quelle 23 unità lavorative inserite di recente nel settore rifiuti, nel periodo della città che torna a respirare, ma anche dei «bastimenti» che dal golfo puntano al nord Europa per traghettare il capoluogo partenopeo fuori dalle secche di un'emergenza che - anno 2012 - fa sempre e comunque paura. Rifiuti, la Procura manda a chiamare Raphael Rossi, l'ex manager Asia che ha lasciato dopo qualche mese di gestione di una delle principali municipalinate comunali. Rossi potenziale teste d'accusa, dunque. O meglio: l'esperienza di Rossi da mettere a verbale in un fascicolo ancora formalmente aperto. Vicenda ancora tutta da esplorare. Per il momento si sa poco. Si sa, ad esempio, che l'ex manager Asia è stato convocato dai pm titolari di un'inchiesta che in questi mesi ha prodotto arresti, sequestri, attività investigative su un presunto intreccio politico amministrativo per anni radicato all'ombra della municipalizzata. Vicenda investigativa che porta la firma del procuratore aggiunto Gianni Merino, indagini che spaziano dal piano ambientale al filone amministrativo, con gli accertamenti condotti in questi mesi dai pm Danilo De Simone, Giuseppe Noviello, Luigi Santulli, Maria Sepe, Paolo Sirleo, Ida Teresi. Nodi da sciogliere ce ne sono, anche alla luce della recente decisione di Rossi di chiudere i conti con Asia. Interviste alla mano, stando solo agli ultimi giorni del divorzio con Asìa, non è difficile immaginare quale sia il ragionamento dei pm, quali siano i punti su cui confrontarsi: c'è un caso assunzioni nella dialettica tra Asia e Comune di Napoli? Èvero che il manager piemontese aveva detto no all'assunzione di 23 dipendenti ex bacino Napoli cinque? E quali sono stati i motivi che lo hanno spinto a mettersi di traverso? Domande che rendono necessari approfondimenti, quanto basta a chiedere di incontrare Rossi. Pochi particolari sono finora trapelati. Si sa che la prima convocazione di Rossi - come persona informata dei fatti - era prevista nel tardo pomeriggio di ieri, in una vicenda che resta comunque trincerata da massimo riserbo investigativo. Ma facciamo un passo indietro. Non c'è un solo tassello della vita amministrativa di Asia che non sia stato battuto dagli accertamenti di Digos e Guardia di Finanza. Si lavora a ritroso, si scava negli ultimi dodici anni di vita del principale braccio operativo del Comune. Poi c'è un evento che dà un input alle indagini. Si parte da un episodio che risale addirittura al settembre del 2010, con l'assalto di un gruppo di lavoratori al reparto macchine di Enerambiente, azienda appaltatrice del servizio raccolta rifiuti per conto di Asia. Scavando più a fondo, sotto i riflettori finisce una sorta di triangolazione aziendale e imprenditoriale: Asìa e Enerambiente e altre aziende che entrano nel giro della raccolta rifiuti in città come subappaltatrici. A leggere gli atti finora resi pubblici (che fanno comunque riferimento alle passate gestioni amministrative di Palazzo San Giacomo), sembra che la raccolta della spazzatura dai cassonetti di Napoli sia stata dettata anche da logiche politico clientelari. Passate gestioni amministrative - si legge nei provvedimenti adottati finora - e spunta l'ipotesi di voti o soldi in cambio di assunzioni. C'è una convinzione al centro delle indagini condotte finora: alcune mobilitazioni di piazza (tra cui anche l'assalto in via De Roberto del 2010) sarebbero state gestite da chi aveva interesse a controllare il pacchetto assunzioni. Combine tra pubblico e privato? Scenari che attendono risposte giudiziarie, in una vicenda che ora attende la versione di Rossi, l'ultimo manager dell'azienda cittadina che appena la scorsa settimana ha deciso di consegnare le dimissioni dopo pochi mesi di governance.