De Magistris cambia l'Asìa arriva un rimpasto in giunta.
«SIAMO stati un po' lunghi. Scusate, arrivederci». Sono le 13 passate da un bel pó quando il sindaco Luigi de Magistris decreta la fine di una conferenza stampa senza domande. I protagonisti della rivoluzione alla Asia, la società comunale dei rifiuti, si sono tutti esibiti: il sindaco ha spiegato che Raphael Rossi lascia la presidenza a Raffaele Del Giudice e che nel Cda subentra Salvatore Lauria; l'assessore Tommaso Sodano ha fatto il punto; Rossi ha puntigliosamente ricostruito ciò che è stato fatto finora da lui e ha anche annunciato che il 7 gennaio arriverà la nave dell'Olanda, prima di una serie che «eviterà per due anni nuove emergenze»; Del Giudice ha esposto tutta la sua emozione. Sembra finita, quando una signora finalmente riesce a farsi sentire. Si chiama Maria Muscarà, fa parte della associazione "Cicloverdi", una cittadina, che ha collaborato a tante iniziative del Comune, ma che ora vuole dire che non ha capito: «Sindaco, ma se Rossi era così bravo perché lo rimuovete?». Così la signora dà corpo al dubbio che è e resta nei tanti presenti in sala, al fantasma di questa operazione sulla Asia che non si conclude in maniera indolore.
De Magistris riprende posto, è visibilmente infastidito, ripete più volte «capisco che non tutti comprendono il valore di quello che stiamo facendo», ribadisce che Rossi «resta nella squadra». Parola mitica quest'ultima. Anzi, come dirà dopo Del Giudice, «parola d'ordine». Rossi «non va mica in pensione», cambierà ruolo. Ma il verbo è declinato al futuro, perché di questo ruolo ci sono al momento tanti abbozzi che non fanno un disegno certo. De Magistris butta là un paio di destinazioni: l'osservatorio per i rifiuti 2020, una «struttura anticorruzione», l'impiego «nel nostro management della società in house». Nei corridoi corre ancora l'ipotesi di una strana dislocazione alla direzione delle Terme di Agnano. Certo anche Rossi si sbraccia a dire che «dopo sei mesi una fase di poteri anche straordinari a me concessi poteva essere chiusa». Ma fra il potere e il dovere resta un vuoto. «Siamo una squadra, l'utilizzo dei singoli dipende dalle necessità», ripete de Magistris. Ma la necessità dirimuovere Rossi si vede a fatica. Di certo non l'ha chiesto lui: «Ho saputo d el la decisione solo un paio di giorni fa». E intanto piazza stoccate del tipo «bisogna pur parlare con orgoglio delle cose fatte, non solo del futuro». Più fatti meno promesse, insomma. La squadra andrà avanti, ma lo stesso de Magistris smorza un pó l'eccessiva oleografia: «Se parlate di dissidi, non ce ne sono mai stati. Se invece intendete conflitti, i più aspri li ho con i miei collaboratori, ma sempre in un'ottica di squadra». Insomma il mister che vuole risolvere i problemi all'interno dello spogliatoio. Ma che non esclude che un bel giorno Cavani possa giocare in difesa e Lavezzi in porta. «Nessuno è inamovibile - spiega de Magistris - anche Sodano domani potrebbe essere più utile in altro incarico e quindi potrei spostarlo». Una battuta, Sodano sorride. Ma, insiste il primo cittadino, «fra qualche giorno farò qualche movimento di deleghe, solo il sindaco resta al suo posto per cinque anni».