De Magistris non chiarisce il "caso Rossi"
Bella faccia, giovane, da primo della classe e una selva di appunti cui attingere per snocciolare sei mesi di risultati nella raccolta differenziata estesa a 340.000 persone e per salutare gli amici: "Non voglio dimenticare le tante persone che voglio ringraziare dopo questi sei mesi trascorsi qui", sospira Raphael Rossi l'incorruttibile, ormai ex presidente dell'Asia, la municipalizzata dei rifiuti che per sei mesi ha amministrato con poteri non pieni, ma pienissimi, accumulandone tutte le funzioni e le deleghe.
E SEMBRA DI SENTIRE uno che sta dicendo addio a Napoli: "Solo pochi giorni fa ho appreso del cambio al vertice, non me l'aspettavo, mi dispiace non poter seguire di persona gli impegni che avevo assunto coi dipendenti per il 2012". Le parole di un licenziato a sua insaputa. Poi però ascolti il sindaco Luigi de Magistris che giura di voler trattenere Rossi nella sua squadra, che ha lavorato assai bene, che non c'è stato alcun dissidio, che Rossi è una delle punte della "nuova classe dirigente che stiamo costruendo, senza carrozzoni e condizionamenti di partiti, perché a Napoli stiamo sperimentando qualcosa di innovativo: non siamo politicanti, siamo una squadra che si muove a seconda delle esigenze, a esempio potrei presto ridefinire gli incarichi degli assessori" e il primo a farne le spese, viste le numerose frecciatine rivoltegli, potrebbe essere il vice sindaco con delega ai rifiuti Tommaso Sodano.
Mentre secondo de Magistris Rossi rimarrà da presidente dell'Osservatorio Rifiuti 2020, e farà parte di una istituenda struttura anticorruzione per vigilare la pubblica amministrazione, ed inoltre potrebbe avere un incarico esterno di tipo diverso, però non si sbilancia ("non devo dirvi tutto subito, ho tanti nemici che mi remano contro e le cose le saprete nel momento opportuno"). Comunque Rossi non gli dice sì subito: "Valuterò". Ma insomma, perché all'improvviso il sindaco e il suo vice hanno deciso di avvicendare uno dei simboli della rivoluzione arancione? Togliere un tecnico dei rifiuti dall'Asia per inserirlo altrove, assomiglia alla scelta di togliere Ca-vani dall'attacco del Napoli per schierarlo in difesa: giocherà sempre nella stessa squadra, ma sarà utile nella stessa maniera? E la conferenza stampa che doveva chiarire e quasi nulla ha chiarito rischia di finire in maniera surreale, con de Magistris&C. che provano a sgattaiolare via per aggirare le domande, evidenziando un imbarazzo da tagliare a fette. Quindi il signor Rossi da Torino alla fine è stato cacciato. Anzi no, perla precisione, formalmente si è dimesso. Come peraltro è prassi per i Cda alla fine di un mandato. Nel pomeriggio infatti l'ufficio stampa di de Magistris ha diramato questa nota: "Nei confronti di Raphael Rossi non è stato formalizzato nessun provvedimento di revoca. Il sindaco di Napoli, con un decreto, ha preso atto della disponibilità del presidente del Cda di Asìa a rimettere il suo mandato e di conseguenza, alla nomina di un nuovo componente di amministrazione, in sostituzione di Rossi, nella persona di Salvatore Lauria e di indicare il nuovo presidente della società di Asìa nella persona di Raffaele Del Giudice".
ECCO, SI PASSA da Raphael a Raffaele. Dal sabaudo al partenopeo. Del Giudice, direttore di Legambiente Campania e membro del Cda uscente di Asìa, è da sempre un punto di riferimento delle associazioni ecologiste e dei movimenti antidiscarica del napoletano. Chi ha visto Biutiful cauntri, documentario-capolavoro sul disastro rifiuti in Campania, ne ricorderà i monologhi e le imprecazioni mentre faceva da autista ai videoreporter che frugavano tra gli sconci del territorio giuglianese, o mentre lanciava un sasso nel lago di percolato dell'invaso di Villaricca. Un ambientalista al posto di un tecnico, ringraziato da Rossi per l'assidua partecipazione a tutti i lavori del Cda. Riavvolgendo il nastro, l'unico indizio sulle probabili cause della sostituzione di Rossi forse si capta solo dai ringraziamenti: il presidente uscente li legge dagli appunti e fa un elenco lunghissimo, di cui fa parte de Magistris ma non Sodano. Col quale i rapporti non erano più buoni come all'inizio.