Il Fatto "scassa" il sindaco: «La rivoluzione arranca»
NAPOLI — «L'onda arancione va: parola di Pisapia. Ma il caso "Rossi" scassa de Magi-stris». Non si tratta di un titolo del Giornale odi Libero e neanche delle spesso azzeccate indiscrezioni di Dagospia, ma dell'apertura dell'edizione online del Fatto Quotidiano, riferimento del sindaco di Napoli. Il giornale di Padellaro, Travaglio e Gomez fa il punto sulle nuove amministrazioni e sullo stato di salute delle rispettive rivoluzioni. Ebbene mentre premia Milano, liquida Napoli, la cui amministrazione si è «arenata sulle secche» delle polemiche. L'ultima quella scatenata dall'immotivato divorzio (perché il sindaco de Magi-stris smentisce si tratti di una revoca) dell'arancionissimo Raphael Rossi dall'Asia. Si deve dire conclusa la luna di miele tra de Magistris e il Fatto Quotidiano? A scorrere gli articoli parrebbe proprio di sì. E a leggere i commenti dei lettori ancor di più. «Se in Lombardia il vento continua a soffiare, a Napoli l'onda lunga delle elezioni di giugno sembra pericolosamente aver perso la propria forza», si legge. Giuliano Pisapia è presentato come il comandante della rivoluzione, che ora punta direttamente al Pirellone. Il costituzionalista Valerio Onida, addirittura, per il sindaco ipotizza un ruolo in un governo nazionale di centrosinistra. E Gad Lerner spiega: «A Milano la rivoluzione arancione è stato un grande esperimento di democrazia pratica, realizzata, in un paese sempre meno democratico, in cui la politica appariva ormai confiscata da vecchi schemi nei quali anche il Pd nella logica penatiana immagina il potere come una consorteria».
E Napoli? Ecco cosa scrive Vincenzo lurillo: «La rivoluzione arancione di Luigi de Magi-stris arranca di fronte alla fatica di amministrare e passaggi non chiariti. E lui, il sindaco di Napoli, annacquato dall'emergere di diverse contraddizioni e affaticato dall'interpretare tutte le parti (ambientalista e modernizzatore, amministratore locale e leader di movimento politico su scala nazionale, decisionista e fautore delle assemblee di popolo), ha smesso di correre ed ha iniziato a camminare, frenato da piccoli inciampi che nelle primissime settimane dopo la trionfale elezione avrebbe superato con un saltello. Il suo resta un buon passo. Ma con una città che gli ricorda che la cambiale in bianco firmata all'ex pm di Why Not eletto per scassare' il vecchio sistema di potere è scaduta». Esempi ovviamente di questa frenata sono la Coppa America e la conseguente rottura con Gerardo Marotta e gli ambientalisti, nonché l'inciampo iniziale del Forum delle Culture con la polemica sul compenso di Roberto Vecchioni. Amato Lamberti spiega: «Se devo indicare il suo principale problema, è il buco nelle risorse finanziarie ereditato dalle precedenti amministrazioni. Il Comune paga i creditori dopo due anni e questo blocca la ripresa, soffoca le imprese locali che sono costrette a chiudere o a licenziare». Certo, non c'è dubbio che lo stato comatoso delle finanze comunali abbia inciso. Ma cosa c'entra un Comune sull'orlo perenne di un default con la defenestrazione di Rossi, per esempio? E perché, come chiedono i lettori di blog e giornali online, de Magi-stris continua a non dare una spiegazione della rottura? «Chiarezza. De Magistris. Chiarezza», gli chiede Morgan. E Ilaria Puglia dalle colonne del Napolista scrive al sindaco: «Caro sindaco, ti ho votato, e mi piacerebbe che tu e i tuoi accettaste il dissenso». E spiega molto bene cosa intende dire: «I gruppi di sostegno al sindaco pullulano, soprattutto sul web, che è la fonte di informazione ormai più vicina a tutti noi. Eppure, in quei gruppi, non è lecito parlare, discutere, confrontarsi in modo educato e razionale. No, se dici che non sei d'accordo con le linee impartite vieni tacciata di "non stare bene" e subito allontanata in malo modo. E capitato anche a me: cacciata da un gruppo di discussione, cancellata dagli amici del fondatore del gruppo e persino bloccata su Face-book». Libertà è partecipazione diceva qualcuno.