La giunta de Magistris vincola l'area di Napoli est
NAPOLI — Il vicesindaco e assessore all'ambiente del Comune di Napoli, Tommaso Sodano, l'aveva annunciato. E ieri è arrivato l'atto con il quale si punta a mettere «in sicurezza» l'area di Napoli est dalla realizzazione di un inceneritore: «La giunta ha approvato una delibera con la quale l'amministrazione conferma la volontà di opporsi con tutti i mezzi a propria disposizione alla costruzione di un inceneritore sul territorio del Comune di Napoli — ha sottolineato Sodano —. L'atto è stato sfilato in conformità alla delibera approvata il 16 giugno scorso, nella quale si stabiliva di dover compiere ogni azione tesa alla individuazione di una soluzione che escludesse la realizzazione dell'inceneritore a Napoli Est in quanto ritenuto non necessario. Inoltre, così si apre la strada per la realizzazione in città di un impianto per il trattamento della frazione umida e un impianto di selezione finalizzato alla valorizzazione di materiali». La delibera, proposta dall'assessore all'urbanistica De Falco e dal vicesindaco Sodano, pone un vincolo urbanistico sulla possibilità di costruire un impianto di incenerimento sull'intero territorio di Napoli. Infatti, nell'atto si precisa che l'amministrazione, «nell'interesse pubblico, intende procedere a prevedere, all'interno delle norme di attuazione del Prg vigente, una norma che escluda nel territorio del comune di Napoli la possibilità di realizzare impianti di incenerimento».
Dall'assessorato regionale all'ambiente, tuttavia, fanno spallucce: «E un atto ininfluente quello varato dalla giunta comunale di Napoli ai fini della destinazione d'uso dell'area. Il Comune deve avviare la procedura per proporre la variante urbanistica osservando le disposizioni normative della legge io del 2004. Dopodiché, il controllo e le competenze definitive sono della Provincia. Ma il nodo è un altro ancora: se si vuole che in quell'area di Napoli est sorga un impianto di compostaggio invece che un impianto di incenerimento dei rifiuti, dov'è la necessità di varare una variante urbanistica?».
La polemica aperta tra Comune di Napoli e Regione Campania, intanto, allarma anche gli schieramenti politici. In una nota, il segretario regionale del Pd, Enzo Amendola, e il capogruppo regionale dei democrat, Peppe Russo, chiedono l'intervento del prefetto di Napoli per dirimere il contenzioso tra le due istituzioni sulla questione dei rifiuti da inviare in Olanda. «Troviamo estremamente dannoso che, nelle condizioni attuali e su un tema sensibile come quello dei rifiuti, si apra un conflitto così aspro e divaricante tra Regione Campania e Comune di Napoli sulla necessità e sulla utilità di smaltire i rifiuti urbani in Olanda — scrivono Amen-dola e Russo —. L'ampiezza delle divaricazioni, sostenute da valutazioni diametralmente opposte, comporta un serio rischio per la città e i cittadini ove mai, in uno dei casi, ci si avviasse verso la scelta sbagliata. Giunti a questo punto riteniamo necessario un tempestivo intervento del Governo e del suo tramite il prefetto di Napoli. Se ha ragione l'amministrazione comunale, si sostenga il suo sforzo e la si chiami contestualmente a rendere chiari tempi e costi. Se, invece, le affermazioni dell'assessore regionale Romano rispondono al vero, si agisca senza incertezze per fermare un'operazione priva di senso. Di certo non si può continuare su questa falsariga mentre si percepisce sempre di più la mancanza di una relazione interistituzionale ispirata alla ragionevolezza, alla collaborazione e volta all'interesse generale». Per il capogruppo comunale del Pdl, Marco Mansueto, non resta che lo sconcerto: «Il nuovo anno porti la tanto agognata conclusione al problema, la così desiderata riabilitazione agli occhi del resto d'Italia e non solo. Al Comune sembrano essere rimasti pochi giorni per agire, pena multe e sanzioni da mille e una notte, ai napoletani invece nient'altro che le preghiere...».
Intanto, la storia dei rifiuti di Napoli da spedire via mare in Olanda ha finito per suscitare apprensione anche al parlamento europeo. Cornelis de Jong, deputato dei Paesi bassi della Sinistra unitaria europea-Sinistra verde nordica (lo stesso gruppo nel quale siedeva l'attuale sindaco di Napoli, Luigi de Magistris), ha interrogato la Commissione Ue sul tema: «La Commissione — scrive de Jong — è al corrente del fatto che impianti o imprese olandesi, tra cui Avr di Gansewinkel, intendono smaltire 248 mila tonnellate di rifiuti combustibili? In che modo giudica la Commissione lo svilupparsi di tale iniziativa, tenuto conto che la delibera 2006/i2/CE afferma che "occorre ridurre il movimento dei rifiuti". Sono noti — scrive ancora de Jong — i problemi che affliggono l'Italia, in modo particolare Napoli, relativamente allo smaltimento dei rifiuti, ed è noto che tale problema è legato alla mafia italiana. In che modo la Commissione considera questa esternalizzazione del problema dei rifiuti italiani? L'articolo 5, paragrafo 2, della precitata direttiva stabilisce che si deve "permettere lo smaltimento dei rifiuti in uno degli impianti appropriati più vicini, grazie all'utilizzazione dei metodi e delle tecnologie più idonei a garantire un alto grado di protezione dell'ambiente e della salute pubblica"».
Quanto costa bruciare il rifiuto secco nel termovalorizzatore di Acerra?
Giovanni Romano assessore regionale all'Ambiente
"Nel 2011 le società provinciali campane che conferiscono ad Acerra non hanno pagato neanche un centesimo. Il Cip 6 è un incentivo di cui godono tutti gli impianti italiani e non solo Acerra"
Tommaso Sodano vicesindaco di Napoli
"Il costo di Acerra è caricato sui fondi Fas che quindi sono sottratti alle amministrazioni campane. Inoltre all'impianto di Acerra è destinato il fondo del Cip 6 che è pagato dalle bollette degli italiani"
Perché Inviare In Olanda la frazione secca del rifiuto lavorato negli Stir che viene normalmente bruciata ad Acerra e non la frazione umida che intasa gli impianti?
Giovanni Romano
"Perché la delegazione olandese, ospite del Comune di Napoli per tre giorni, ha dichiarato di accettare solo il secco. Inoltre, il Comune di Napoli vorrebbe inviare il rifiuto talquale in Olanda, ma questo comporta dei costi pubblici per modificare i processi di lavorazione degli Stir"
Tommaso Sodano
"Non è il Comune di Napoli a decidere che tipo di rifiuto inviare in Olanda, ma la società provinciale per l'ambiente. La Regione, poi, ha autorizzato solo l'invio del secco. Mentre da due mesi non autorizza l'invio di talquale che sarebbe prodotto dagli Stir senza alcuna modifica sostanziale dei processi di lavorazione. Gli olandesi accetterebbero di prendersi il nostro rifiuto talquale"
Perché la contesa tra Comune di Napoli e Regione Campania sul termovalorizzatore di Napoli est?
Giovanni Romano
"Senza il termovalorizzatore di Acerra lo stato italiano avrebbe speso circa 85 milioni di euro, pari a 141 euro a tonnellata. L'opposizione del Comune di Napoli è ideologica, anche se alla fine, sindaco e vice sindaco hanno firmato un'intesa in cui riconoscono la necessità di ricorrere al termovalorizzatore, ma non da realizzare a Napoli"
Tommaso Sodano
"Siamo contrari al termovalorizzatore di Napoli est e siamo contrari a qualunque altro inceneritore, ovunque sia. Tutt'altra questione è programmare una strategia di lungo periodo che impone di avvalersi degli impianti esistenti, fin quando non terminerà questo periodo di transizione. Ma noi non abbiamo mai detto di no a Napoli est e si a Giugliano. Noi decidiamo soltanto per Napoli"