«Da sempre la merda di Acerra va tutta quanta nei Regi Lagni»
NAPOLI. Tra gli impianti di depurazione più disastrati c'è sicuramente quello di Acerra. Formalmente la struttura procedeva alla depurazione in maniera adeguata, tanto che Generoso Schiavone, responsabile della Gestione acque per i depuratori della Regione Campania, «aveva sempre premuto - si legge nel provvedimento - per il conferimento di percolato anche su Acerra». Ma è lo stesso Schiavone, in una telefonata con Antonio Recano, funzionario addetto al commissariato straordinario per le acque e le bonifiche, a rivelare quale sia per davvero la situazione di quel depuratore: «La merda di Acerra va nei Regi Lagni». E Schiavone, in un'intercettazione dell'agosto 2007, parla anche di «una relazione al prefetto per buttare fumo sul percolato». Il funzionario regionale è al telefono con Giovanni Melluso, docente della Federico II e addetto alla sovrintendenza tecnico scientifica per i depuratori di Foce Sarno, Area Nolana e Cuma. Schiavone, personaggio centrale nell'inchiesta, secondo l'accusa cerca di «nascondere fin quando è possibile» la gravità della situazione e, paradossalmente, si schiera contro la Provincia, ente competente in materia ai ambiente, perché, in assenza dei requisiti di legge, non vuole concedere l'autorizzazione allo scarico dei depuratori.