L'inchiesta Coinvolti anche l'ex prefetto di Napoli Pansa e altri 37 ex amministratori e dirigenti pubblici

Percolato in mare, chiuse le indagini per Bassolino, Bertolaso e Catenacci

28 dicembre 2011 - Titti Beneduce
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

NAPOLI — La Procura ha chiuso le indagini sullo sversamento in mare del percolato (il liquido inquinante prodotto dalla decomposizione dei rifiuti) attraverso l'immissione nei depuratori mal funzionanti. Sono 41 gli avvisi notificati ieri ad altrettanti ex amministratori e dirigenti pubblici, tra cui l'ex governatore Antonio Bassolino, l'ex commissario straordinario ai rifiuti Corrado Catenacci, l'ex prefetto di Napoli Alessandro Pansa, l'ex capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, e la sua vice, Marta Di Gennaro; Catenacci e Di Gennaro furono tra le 14 persone arrestate nel gennaio scorso in un'operazione di carabinieri del Noe e Guardia di Finanza che suscitò clamore: il percolato, emerse in quella circostanza, aveva inquinato l'intera costa che va dal Casertano al Salernitano. Tra gli indagati figurano poi gli ex assessori regionali Luigi Nocera e Gianfranco Nappi nonché responsabili dei depuratori ed ex dirigenti del commissariato straordinario per i rifiuti già coinvolti in altre inchieste giudiziarie e sotto processo assieme a Bas-solino per i presunti illeciti nella gestione del ciclo dei rifiuti in Campania. I reati ipotizzati dai pm Giuseppe Noviello, Paolo Sirleo e Pasquale Ucci sono associazione per delinquere, falso e reati ambientali. In particolare, scrivono i pm nell'avviso, alcuni degli indagati, tra cui Catenacci, Di Gennaro, Pansa e Bertolaso «agevolavano attivamente nonché istigavano gli altri concorrenti nel reato nel porre in essere artifizi e raggiri per occultare e dissimulare la pessima gestione degli impianti di depurazione, comprensivo dell'illecito conferimento del percolato». Tra gli artifizi e i raggiri attuati, tra gli altri, da Bassolino e Nappi, i pm individuano «l'omessa segnalazione e contestazione della cattiva gestione dei depuratori»; «la redazione, con la piena conoscenza della pessima gestione dei depuratori, di provvedimenti autorizzatori di conferimento del percolato, come tali presupponenti e falsamente attestativi di una capacità depurativa residua in realtà inesistente»; «l'omettere di rilevare e contestare tutte le circostanze successive al dd 690 del 2oo6 e inerenti al persistere della pessima attività di depurazione in corso presso gli impianti, quali comunicazioni, note, analisi, notizie, rigetti di autorizzazioni allo scarico finale, ovvero conferme di precedenti rigetti, tutte convergenti nel senso del cattivo processo di depurazione in corso, del superamento dei limiti tabellari di scarico e dell'incidenza sul medesimo anche del conferimento del percolato»; «il disporre, all'indomani della diffida del settembre 2007 operata nei confronti di Hydrogest (la società che gestiva i depuratori, ndr) attività di vigilanza sui depuratori affidati ad Hydrogest, occultando la circostanza per cui la stessa vigilanza era stata in realtà già disposta e mai effettuata». Accuse pesanti che gli avvocati del collegio difensivo si preparano ora a confutare. L'avviso di conclusione delle indagini preliminari è firmato, oltre che dai tre sostituti, dal procuratore aggiunto Aldo De Chiara e dall'ex procuratore Giovando-menico Lepore, in pensione da pochi giorni. Gli indagati hanno ora 20 giorni di tempo per depositare memorie difensive o chiedere di essere interrogati; a quel punto, i pm potranno chiedere il rinvio a giudizio o, meno probabilmente, l'archiviazione.

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