Rifiuti, a rischio i trasferimenti: si punta al decreto
In arrivo il piano per evitare le sanzioni Ue
Un intervento legislativo per garantire il trasferimento della spazzatura dalla Campania nelle altre Regioni: è uno dei punti sui quali è al lavoro il ministero dell'Ambiente per evitare nuove crisi del nostro sistema rifiuti. II ministro Corrado Clini lo ha detto agli assessori all'ambiente di Regione (Giovanni Romano) Comune (Tommaso Sodano) e Provincia (Giuseppe Caliendo), che ieri sono stati a Roma per mettere a punto una risposta da inviare a Bruxelles. Si tenta di scongiurare la procedura di infrazione che scatterà se entro il 15 gennaio non forniremo risposte convincenti alle osservazioni che ci sono state mosse dalla commissione. Il provvedimento, che al momento è ancora allo studio, dovrebbe essere varato in tempi brevi. Per i prossimi giorni, infatti, è attesa la sentenza del consiglio di Stato che potrebbe fermare i viaggi della monnezza: se la magistratura amministrativa stabilisse che dagli stir non escono rifiuti speciali, ma spazzatura frullata, i trasferimenti si bloccherebbero immediatamente. Lo scorso anno, risulta dai calcoli dell'assessore Romano, ben 300 mila tonnellate di frazione umida sono finite fuori regione. Se arrivasse lo stop dal consiglio di Stato i sacchetti tornerebbero immediatamente per le strade, anche se, come dice il sindaco Luigi De Magistris, i contratti stretti con l'Olanda potrebbero portare una boccata di ossigeno. Il provvedimento allo studio dovrebbe, invece, permettere alla spazzatura di viaggiare anche senza il sì dei governatori: un provvedimento stoppato in passato dalla Lega e adesso diventato possibile nel nuovo quadro politico. Il ministro ha anche spiegato che con il decreto milleproroghe sarà lasciata ai Comuni la responsabilità della raccolta della spazzatura. Non sarà, invece, il governo a decidere dove si farà il termovalorizzatore. E questo resta l'argomento più caldo, quello che rischia di farci naufragare: in assenza di accordo, infatti, sarà difficile dare risposte convincenti alla commissione europea. la legge 123 del luglio del 2008 prevede che l'impianto debba essere realizzato nel Comune di Napoli. 113 dicembre in prefettura è stato siglato un accordo tra ministero dell'Ambiente, Regione, Provincia e Comune nel quale le istituzioni avevano convenuto «sulla necessità di riesaminare l'accordo del 2008 relativo all'impianto di Napoli est». Sul tavolo l'ipotesi di trasferire il termovalorizzatore a Giugliano. L'inceneritore avrebbe dovuto bruciare spazzatura e balle, ma l'ipotesi ha trovato il fuoco di sbarramento degli amministratori e dei cittadini dell'area nord. Intanto il commissario Alberto Carotenuto ha dato il via alla nuova gara dopo che quella precedente era andata deserta. La cosa non è affatto piaciuta al Comune di Napoli. Il vicesindaco lo ha ribadito ieri a Clini invocando l'accordo del 3 dicembe. E al termine del vertice ha sostenuto:« E stata confermata l'importanza dell'accordo firmato a Napoli fra istituzioni locali e governo, come base per costruire la risposta da fornire all'Europa per evitare sanzioni e portare la Campania ad un superamento del problema rifiuti". Immediata la replica di Romano: «Non abbiamo affatto parlato del termovalorizzatore, ma di altri temi a cominciare dalla raccolta differenziata. Del termovalorizzatore non si parla perché c'è una gara in corso e vanno evitate le turbative d'asta". Da via Santa Lucia, intanto arrivava un comunicato in cui si spiegava: «Compito delle istituzioni è il rispetto delle leggi, e predisporre e seguire gli atti amministrativi conseguenti. È quello che il commissario per l'impianto, sta svolgendo con rigore e responsabilità, nel rispetto del cronoprogramma previsto". Secondo la Regione l'accordo della Prefettura per essere efficace avrebbe bisogno di «atti conseguenti». Atti conseguenti che potrebbero arrivare dal Governo. Ma Clini ha ribadito di non avere nessuna intenzione di intervenire sul tema. Con un'avvertenza: se le risposte alla Ue non saranno persuasivegli enti locali pagheranno di tasca propria la salatissima multa che potrebbe arrivare e che sarebbe già stata fissata in circa 10 milioni di euro oltre alle penalità di mora, e il blocco definitivo delle risorse sulla raccolta differenziata. Per evitare il salasso è stato fissato un nuovo incontro per il 9 gennaio, qualche giorno prima del summit tra il ministro e il commissario Jan Potocnik.