Nuovo bando per 1'America's cup
NAPOLI. I capi di gabinetto di Regione, Comune e Provincia stanno già lavorando ad un altro bando per le tappe napoletane dell'America's Cup. È la seconda soluzione tecnica per realizzare il piano "B", quello alternativo a Bagnoli, che prevede le regate sul lungomare Caracciolo. Alternativa alla quale si è cominciato a lavorare ieri, dopo un incontro in Regione tra il sindaco di Napoli Luigi de Magistris e il governatore della Campania Stefano Caldoro. Una soluzione estrema, da realizzare in tempi rapidissimi, anche se c'è da mettere d'accordo anche Sovrintendenza e Autorità portuale. Il nuovo bando dovrebbe prevedere, come per Bagnoli, un porto galleggiante (evitando l'utilizzo del porto di Mergellina e del molo Luise). Mentre la maggior parte delle strutture a terra dovrebbe essere installata nell'area della Rotonda Diaz. Il count down della tappa napoletana dell'America's Cup World Series segna oggi -111 giorni. Pochissimi se consideriamo che per la realizzazione delle opere ci vorranno circa 85 giorni.
Le altre soluzioni. L'altra soluzione tecnica, alla quale si è lavorato nei giorni scorsi, è quella di agire in deroga alla gara già espletata, lasciando la Bagnolifutura come stazione appaltante e facendo firmare alle società Cidonio e Lemapod una variante di sottomissione per installare le strutture a Chiaia invece che a Bagnoli. Soluzione che ha trovato come ostacolo il timore delle società di firmare un atto illegittimo. Si è pensato anche ad una terza ipotesi: chiedere al governo centrale lo status di Grande evento. Un commissario con poteri straordinari avrebbe potuto superare ostacoli burocratici e vincoli. Ma Roma non avrebbe accolto una proposta del genere in tempi rapidi.
Parla Caldoro. A spingere per la realizzazione di un piano "B" è stato soprattutto il governatore Caldo-ro, che, tuttavia, nelle sue dichiarazioni resta cauto: «È prematuro dire ora quale soluzione alternativa si potrebbe adottare - ha detto ieri - Dobbiamo aspettare il giudizio definitivo del ministero, dell'Ambiente. Se la risposta non arriverà in tempi rapidi, tali da consentire la realizzazione delle opere per le regate, allora penseremo a un sito diverso da Bagnoli, area sulla quale abbiamo tenuto sempre il punto fermo». «Se dovesse diventare impossibile per ragioni tecniche, già da tempo, con il Comune e la Provincia di Napoli e la società di scopo, abbiamo pensato ad una ipotesi di piano B che contempla il territorio che va da Bagnoli fino al Porto, tutta la costa che bagna Napoli, e c'è più di una soluzione tecnica». «Per noi resta Bagnoli la prima scelta sia perché è il posto più idoneo, sia per gli spazi che offre - ha concluso il presidente della giunta regionale - l'unica cosa certa è che dobbiamo tenere fermo l'appuntamento perché, e ne siamo convinti, non dobbiamo perdere l'evento».
Bagnoli senza chance. Tonicamente, la gara per i lavori a Bagnoli attende solo il via libera del ministro dell'Ambiente, Corrado Clini (che ha chiesto rilievi sui livelli di inquinamento della colmata e dei fondali). Ma, seppure l'ok da Roma arrivasse, incombe la possibilità di un intervento della magistratura che, sulla gara, ha già aperto una inchiesta conoscitiva. L'idea dei pm, che già indagano sulla bonifica dell'area, è che il sito sia altamente inquinato e che non possa ospitare persone. Lo stesso vicesindaco Tommaso Sodano ha detto in Procura che Bagnoli, ormai, è una soluzione archiviata.
Arrivano gli americani. Gli americani, tuttavia la settimana prossima saranno già a Napoli, con 25 milioni di euro circa di attrezzature per l'organizzazione della regata. Arriveranno anche i primi catamarani. Per ora non ci sono soluzioni alternative a Napoli. Chi parlava di Trapani non aveva fatto ancora i conti con la maxi-inchiesta sui 100 milioni di euro di lavori effettuati nel Porto per la tappa della regata del 2005.