Rifiuti, la proroga ferma la rivolta dei sindaci
Romano: la raccolta resterà ai Comuni, la norma sarà inserita nel «milleproroghe»
Resterà ai Comuni la raccolta dei rifiuti. Lo annunciano l'assessore regionale all'ambiente Giovanni Romano e il presidente di Anci Campania, il sindaco di Portici Vincenzo Cuomo, che ieri hanno incontrato a Roma il ministro Corrado Clini. Al termine della riunione, Romano e Cuomo hanno spiegato: «Abbiamo congiuntamente chiesto al ministro di provvedere a prorogare le competenze ai Comuni per la raccolta e lo spazzamento dei rifiuti». Il governo avrebbe intenzione di inserire il provvedimento nel decreto milleproroghe. Ma sul tavolo resta il tema delle competenze delle Province alle quali era stato attribuito per legge il compito di provvedere allo smaltimento della spazzatura. Una norma che sembra collidere con l'intenzione del governo di sopprimete l'ente. E infatti Romano e Cuomo spiegano: «La Regione ridefinirà le competenze e le modalità dello smaltimento dei rifiuti anche alla luce delle novità legislative introdotte dal decreto Monti, che prevede, tra l'altro, un ridisegno del sistema delle Province». Un bel guaio visto che solo un anno fa sono scese in campo le società provinciali complete di sedi e personale. Soldi che a questo punto sembrano buttati. Dal prossimo anno i loro compiti potrebbero essere assunti da consorzi di Comuni: una riedizione dei vecchi consorzi di bacino il cui personale finora nessuna amministrazione ha voluto utilizzare. Anche i consorzi andrebbero verso l'ennesima proroga: un altro disastro visto che solo tra Napoli e Caserta ci sono almeno 400 lavoratori in esubero. Ma il commissario liquidatore non ha mai provveduto ad attuare la pianta organica approvata nel 2010 da Bertolaso. Il danno alle casse pubbliche (danno che continua ancora) è ingentissimo: ogni lavoratore, infatti, costa almeno 30 mila euro all'anno. Quindi almeno altri 12 milioni sono stati sprecati per la mancata applicazione della legge. E, per il momento, il problema non sembra nemmeno essere entrato in agenda dei responsabili dei consorzi. Proroghe a parte, non ci dovrebbero essere in tempi brevi quelle iniziative legislative che gli amministratori campani aspettavano per risolvere gli altri problemi ancora aperti. A cominciare dai nuovi poteri da conferire al commissario perle discariche di Napoli e Salerno, il prefetto Annunziato Vardé, per accelerare l'iter per l'apertura delle discariche che dovrebbero ospitare i rifiuti resi inerti. Così a due settimane dall'incontro con il ministro Clini degli amministratori campani, il governatore Stefano Caldoro, il sindaco Luigi De Magistris, il presidente della Provincia Luigi Cesaro, il protocollo firmato in prefettura per evitare la super-multa Ue, resta ancora solo un foglio di carta. Il 3 dicembre si era concordato di adottate tutte le misure necessarie per incentivare la raccolta differenziata, a partire dalla realizzazione dei siti di compostaggio. Il governo si era impegnato a facilitare l'utilizzo dei fondi Fas di fuori del patto di stabilità. Per i sei milioni di tonnellate di ecoballe che ancora infestano il territorio campano era stata ribadita la necessità di realizzare un termovalorizzatore da costruire a Giugliano che dovrebbe bruciare anche i rifiuti dei comuni della provincia. Dovrebbe poi essere rivisto l'accordo del 2008 per il termovalorizzatore di Napoli est ed eventualemente decisa una nuova localizzazione. Ma per il momento non è stato fatto nulla. E il 15 gennaio scade l'ultimatum dell'Europa: se entro quella data non si dimostrerà di aver avviato un serio ciclo di recupero e smaltimento dei rifiuti scatterà il deferimento alla corte europea e la conseguente probabile multa. Una multa che potrebbe arrivare a 652mi1a euro al giorno. Una catastrofe nel momento in cui si cerca di raccattare soldi per arginare le difficoltà economiche del Paese.