«Non è un errore, così risparmiano»

Ci sono procedure particolari Si usa per la cura del cancro alla tiroide
7 giugno 2008 - Daniela de Crescenzo
Fonte: Il Mattino

«Non è possibile che lo Iodio 131 sia finito nei rifiuti per errore»: lo spiega il professor Secondo Lastoria, primario di medicina nucleare dell’istituto nazionale tumori.
Come può essere finito lo iodio 131 nei rifiuti?
«Non dovrebbe mai trovarsi nella spazzatura comune, esistono procedure speciali per lo smaltimento. Se provengono da un ospedale vanno in contenitori appositi. Vanno affidati a ditte di smaltimento che ne comunicano la destinazione».
Sono pericolosi?
«Dipende dalla quantità di radioattività: è questa che determina il rischio. I livelli riscontrati in Germania non sono elevatissimi e quindi non dovrebbero essere pericolosi, il problema è che comunque non dovrebbero mai finire nei rifiuti normali».
Per che cosa si usa?
«Per la cura del cancro differenziato della tiroide. Si usa sia in pasticche che in soluzioni liquide. Le persone che lo assumono lo fanno sotto stretto controllo in strutture ospedaliere, quando vengono dimesse hanno già eliminato attraverso le urine e le feci la sostanza. Il paziente resta da solo in una stanza schermata da cemento armato o da piombo».
Quindi non è pensabile che sia finito nei rifiuti attraverso i pazienti?
«Mi sembra, molto improbabile anche perché lo iodio decade nello spazio di otto giorni».
Può capitare che una struttura ospedaliera o uno studio radiologico lo abbia smaltito senza accorgersene?
«No, perché il materiale radioattivo viene allontanato solo dopo essere stato misurato anche dal fisico che lavora in ospedale. Prima di smaltirlo deve diventare inerte».

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