Rifiuti&Mafie Un mese di tempo per dimostrare che siamo civili

La necessità di una svolta

Possiamo dimostrare all'Europa che la Campania può farcela. Buone notizie (e nomi) in arrivo
16 dicembre 2011 - Paolo Chiariello
Fonte: Terra

Chi crede che il dramma rifiuti in Campania sia alle spalle non ha capito ancora quali appetiti mafiosi covano sotto le ceneri della monnezza che ci si affanna a nascondere nelle discariche la cui capienza è stata pericolosamente ampliata, a bruciarla nell'inceneritore di Acerra o a spedire in giro per l'Italia e l'Europa in quei tristi spazza-tour che costano ai contribuenti campani l'iradiddio in termini di tasse (comunque lo si chiami il balzello) e soprattutto di salute (la Campania — dicono Oms e Istituto superiore di Sanità - registra il piu alto tasso di mortalità per tumori e di malformazioni fetali congenite tra Napoli e Caserta). L'Italia ha poco più di un mese per convincere la Ue che anche la Campania è la regione di un Paese civile. Un Paese che assicurerà il recupero e lo smaltimento dei rifiuti senza pericoli per la salute. Senza usare metodi che potrebbero recare pregiudizio all'ambiente e vieterà l'abbandono, lo scarico e lo smaltimento incontrollato della spazzatura. Che vigilerà sulla proliferazione delle discariche abusive e spiegherà che fine farà la montagna di spazzatura accantonata in siti inidonei spesso non autorizzati (vedi la la megacittà della monnezza nata tra Giugliano e Villa Literno) che ospitano circa 7 milioni di tonnellate di monnezza incellofanata che molti si ostinano a chiamare Cdr (combustibile da rifiuti) da bruciare in termovalorizzatori e che perizie del tribunale di Napoli chiamano monnezza pressata. Cilindri di monnezza da una tonnellata che messi uno sopra l'altro formerebbero una base grande almeno quanto l'intera aera di Ground Zero e in altezza supererebbero il monte Rosa. Una montagna di rifiuti che rappresenta l'eredità più pesante che grava sul futuro della raccolta e dello smaltimento in Campania. I:Italia da 15 anni promette all'Europa di rispettare le regole ma continua a chiedere deroghe garantendo inutilmente di portare la Campania fuori da quella drammatica emergenza che ha assunto proporzioni da disastro ecologico, ambientale e sanitario. A vantaggio di un ciclo integrato e virtuoso dei rifiuti che tenga fuori la criminalità che per decenni ha gestito, quasi in regime di monopolio, questo business. Vista da Bruxelles la Campania è molto peggio di quanto effettivamente appaia nella realtà. Limmagine di una regione della Ue alle prese con un disastro ambientale inimmaginabile, causato dallo smaltimento incontrollato e criminale dei rifiuti, ha fatto breccia anche nei palazzi del potere del Vecchio continente. E così, grazie allo spettacolo che la Campania offre da anni su tg e giornali di tutto il mondo, l'Italia è ancora una volta sul banco degli imputati della Ue e il salasso di multe milionarie per le infrazioni sembra una prospettiva purtroppo realistica. Il rischio che la Campania non riesca a risolvere il dramma rifiuti, in un certo qual modo è da imputare al modello economico camorristico gestito della federazione dei clan dei Casalesi. Un modello d'affari che ha visto saldarsi negli anni in maniera perfetta, prima la capacità di gestire il business della raccolta e dello smaltimento criminale di ogni sorta di rifiuti, poi - in questi anni- la capacità di far nascere e poi mettere a reddito importanti aziende guidate da teste di legno che si occupano di bonifiche ambientali. In pratica le stesse cosche mafiose che fino a qualche tempo fa hanno insozzato le terre facendo ingoiare alle campagne campane chissà quanti e quali rifiuti, oggi si candidano ed ottengono appalti milionari per le bonifiche. Insomma i camorristi si travestono da imprese ambientaliste, entrano nellagreen economy e si gettano a capofitto sul nuovo business che vedrà arrivare solo in Campania qualche miliardo di euro per il risanamento di siti inquinati già individuati. Tutto ciò emerge da inchieste della procura di Napoli che nei prossimi mesi inchioderanno non solo e non tanto mafiosi riconosciuti ma colletti bianchi, professionisti e referenti istituzionali soprattutto del clan dei Casalesi, che da sempre rappresentano il marcio nel cuore dello Stato. I nomi dei rappresentanti dei Casalesi nei gangli dello Stato? Alcuni li conosciamo, altri li stiamo conoscendo. altri li conosceremo.

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