L'ipotesi Il piano stabilito nella visita del ministro Clini prevede l'impianto a Giugliano

«Mai a Napoli est» Braccio di ferro sull'inceneritore

Il bando ripubblicato in Gazzetta europea
De Magistris: nessuna gara da riaprire
16 dicembre 2011 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

«Non c'è alcuna gara da riaprire sul termovalorizzatore»: non ha dubbi il sindaco De Magistris, quell'impianto a Napoli non si farà. E infatti sottolinea: «Abbiamo firmato un protocollo, siamo rappresentanti delle istituzioni ed è stato preso un accordo, il resto sono chiacchiere». Il riferimento è all'accordo firmato in prefettura il 3 dicembre dallo stesso sindaco, dal ministro all'ambiente Corrado Clini, dal governatore Stefano Caldoro e dal presidente della Provincia Luigi Cesaro nel quale è scritto: «Le istituzioni hanno anche convenuto sulla necessità di riesaminare l'accordo del 2008 relativo all'impianto di Napoli est». Con quell'intesa il sindaco lervolino metteva a disposizione l'area dell'ex depuratore per la realizzazione del termovalorizzatore. Un accordo da rifare, secondo gli amministratori riuniti i13 dicembre in prefettura. Per lavorare a nuove intese e per aprire i siti dove portare i rifiuti inertizzati, gli amministratori avrebbero dovuto dare il via a una task force e il governo varare un nuovo decreto. Non è stata fatta, per il momento, né una cosa né l'altra. E questo mentre va avanti il conto alla rovescia della commissione europea che ha fissato al 15 gennaio il termine ultimo entro il quale il governo italiano dovrà presentare il cronoprogramma per risolvere il problema dei rifiuti campani. Si è mosso, invece, il commissario per il termovalorizzatore di Napoli est, Alberto Carotenuto, nominato a febbraio dal governatore Caldoro con l'incarico di appaltare la realizzazione e la gestione dell'impianto. Il docente universitario ha pubblicato sulla gazzetta ufficiale un invito alle imprese interessate a partecipare al «dialogo competitivo», una gara che prevede procedure accelerate. Il 18 novembre, infatti, si era chiuso il precedente bando che non aveva trovato interlocutori. Una sola impresa, laA2A, aveva presentato, a termini scaduti, una manifestazione di interesse priva dell'offerta economica. Si era quindi vagliata l'ipotesi di andare avanti con la trattativa privata, ma l'Avvocatura dello Stato, interrogata dal commissario, ha consigliato, invece, una procedura di evidenza pubblica. Di qui la pubblicazione del bando sulla gazzetta europea e sul sito www.tmvnapoli.eu. Una procedura che non incontra, però, l'approvazione del sindaco De Magistris che spiega: «Non so che finalità abbia il bando, sono cose formali legate alla volontà della Regione di realizzare comunque il termovalorizzatore, l'unica cosa certa è che a Napoli non si farà, non al 99 ma al 100%». Nelle settimane passate erano emerse due ipotesi di localizzazione alternative, quella di Capua e quella di Giugliano. Nessuna delle due ha trovato il sì degli amministratori locali. Nell'accordo del 3 dicembre, però, si sottolinea: «si è concordato sull'esigenza di affrontare con urgenza il destino dei sei milioni di tonnellate di ecoballe, utilizzando, come richiesto dall'Unione europea, le migliori tecniche di valorizzazione europea, integrate con l'utilizzazione del rifiuto urbano trattato dagli stira». L'impianto, lo prevede la legge, dovrebbe sorgere a Giugliano e questo sembrava introdurre un'apertura alla delocalizzazione. Un unico inceneritore avrebbe potuto bruciare non solo le ecoballe ma anche la spazzatura. Un'accelerazione potrebbe arrivare dal decreto del governo che dovrebbe anche dare al prefetto Vardè il potere di aprire le discariche. Ma i tempi si stanno dilatando e i rifiuti campani continuano a viaggiare verso la Puglia, l'Emilia e la Liguria. Una soluzione a rischio: sulla possibilità di spostare i rifiuti senza accordo tra regioni si deve pronunciare nelle prossime settimane il consiglio di Stato.

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