Rifiuti speciali verso la Cina blitz e arresti
Lo scenario: inquinate falde acquifere
Hanno avvelenato le falde acquifere di mezza provincia di Napoli riversando nei canali delle campagne o nel sistema fognariofiumi diacquainquinatadasostanze altamente tossiche. Per anni - almeno dal 2008 - tre gruppi criminali sono riusciti a operare indisturbati smaltendorifiutiindustrialitossiciprovenientidametalli ferrosicomequelli delle autovetture destinate allo scasso. È un’inchiesta dai risvolti allarmanti quella conclusa ieri dalla Procura diNapoli (sezione Ecologia, procuratore aggiunto Aldo De Chiara) e culminata nell’arresto di 14 persone (10 in carcere equattro ai domiciliari) operati dai militaridellaGuardiadiFinanzadelcomandoprovincialediNapolidirettodalgenerale Giuseppe Grassi. Tra gli arrestati spiccano i nomididue agenti della polizia provinciale di Napoli,mentreunterzo è indagato in stato di libertà (è attualmentein servizio apicale presso la guardia forestale). Dalle indagini delle fiammegialleèemersochei tregruppi-compostidatitolarieoperatorididitteindividualispecializzate (si faperdire) nel settore del commercio e nel trattamento di rifiuti di rottami provenienti da metalli vari - violavano sistematicamente le più elementarinormainmateriaambientale. Vediamocome. Gli indagati prelevavano il materiale proveniente dalla demolizione di autovetture, dallo scarto delle attività commercialieindustriali, oltrechedallaraccolta dei rifiuti per strada. «Il materiale allostatodirifiuto-sileggenell’ordinanza firmata dalla sezione collegiale dei gipcompostadaD’Urso,Chiaromontee Giordano - veniva indicato sui documentidi trasportocome“materiaprima secondaria” da destinare alle fonderie per la fusione definitiva». Gli indagati «abilmente organizzati, agivano in conto proprio e in collaborazione con altri soggetti, mediante l’utilizzo di operatori fittizi (le cosiddette società cartiere) che emettevano fatture per operazioni inesistenti necessarie per giustificare la provenienza degli ingenti quantitativi di materiali ceduti alle fonderie, conseguendo illecitiprofittiancheconl’evasionefiscale di rilevantisommedi denaro». Ma è la parte successiva quella più inquietante. Già, perché queste società provvedevano alla raccolta e stoccaggio dei metalli, e anziché sottoporli al necessario trattamento previsto dalle leggi, dopo vari passaggi tra imprese seguivano due strade diverse: o li rivendevano a prezzi stracciati alle fonderie; nei forni il materiale ferroso veniva fuso,disperdendo nell’aria sostanze tossiche;oli esportavano all’estero, soprattutto in Cina. Tutti gli scarichi nocivi venivano eliminati attraverso lo sversamento in canali o nelle fogne. Tra gli indagati (finiti agli arresti domiciliari) ci sono anche due ex funzionari con incarichi direttivi nella polizia provinciale di Napoli - Sabatino Mauriello e Antonio Nardiello. I due sarebbero stati indotti ad ammorbidire o addirittura omettere controlli previsti per legge. Sempre ai domiciliari vanno Raffaele Gallo, Dario Rossetti e Ciro Pallone. Incarcereinvece:RaffaeleAmmesso, FrancescoCostanzo,GennaroeRocco Saviano, Marco Manna, Giovanni Di Lorenzo, Giuseppe Esposito, Ernesto Letticae Paolo Onofrio