Tanti dubbi sullo smaltimento delle ecoballe. L'assessore regionale Romano spiega le prospettive

Quale impianto a Giugliano Scelta entro quindici giorni"

Il vicesindaco Sodano: "Consiglio alla Regione una tecnologia diversa dall'inceneritore"
5 dicembre 2011 - Roberto Fuccillo
Fonte: Repubblica Napoli

SEI milioni di ecoballe. L'accordo di sabato con il ministro Corrado Clini offre alla Ue l'impegno a smaltirle, ma resta il problema del come fare. «Lo diremo entro quindici giorni nella lettera di risposta che dobbiamo mandare alla commissione europea», dice l'assessore regionale Giovanni Romano. Certo l'impresa non è facile. «Bisognerebbe finalmente sapere cosa c'è in quelle balle prima didecidere com eagire - dice Paolo Rabitti, il tecnico che fu consulente della Procura nelle indagini e che sulle vicende dei rifiuti pubblicò un libro intitolato proprio "Ecoballe" - i miei calcoli evidenziarono che le quantità in uscita dai Cdr erano superiori aquelle in entrata. Certo lì la parte organica o rmai se n' è andata, resta solo una frazione secca, dall'alto potere calorifico, circa 15mila K/joule al chilo. Forse si dovrebbe pensare a tombare, se non addirittura averificare il possibile recupero delle plastiche».
Tommaso Sodano, che prima di diventare vicesindaco a Napoli, ha seguito da tecnico l'intera vicenda, è della stessa opinione. «La materia è ora di competenza della Regione. Ma ho detto al collega Romano che il potere calorifico è eccessivo, e che ci sono un mucchio di altri problemi. Dunque si potrebbe pensare a soluzioni diverse dall'inceneritore. Io stesso ho avuto contatti con aziende che praticano anche tecnologie di ricomposizione in loco».
Romano è ben cosciente dei problemi, li riassume lui stesso: «Il potere calorifero è troppo alto per impianti del tipo di quello di Acerra. Altri tipi di inceneritore costano di più e prevedono impianti più piccoli, quindi con tempi di operazione più lunghi. Poi ci sono le tariffe di smaltimento: quelle per i rifiuti solidi urbani sono fissate, quelle per le balle no. Infine non c'è il Cip6 (i contestati incentivi per tecnologie alternative, ndr)». In queste condizioni inutile sperare in imprese che investano. Eppure Romano resta sul termovalorizzatore: «Le alternative? Una discaricada6milionidiballe (sottinteso impraticabile, ndr) oppure una soluzione che io ho anche prospettato, la produzione di combustile da rifiuto, solo che produce tantissimi scarti, che dovrebbero quindi andare poi in discarica, e ha un mercato ormai scarso, limitato a fonderie, acciaierie e altoforni*. Dunque non resta che il termovalorizzatore mix, che mescoli le ecoballe ai rifiuti solidi urbani. «Questi ultimi - spiega Romano - abbasserebbero il potere calorifico, garantirebbero una parte di tariffe e anche il Cip6». Le rispettive dosi vanno per l'appunto definite, per rendere poi credibile agli occhi della Ue il progetto. Che comunque ha un ultimo ostacolo: dati i quantitativi da trattare, l'intera operazione, tra costruzione dell'impianto e smaltimento, richiederà venti anni: è un altro degli elementi di cui Bruxelles giudicherà la credibilità del tutto.

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