Amianto, manca la bonifica impianto bloccato da 17 mesi, A Barra il primo sito di compost campano

7 giugno 2008 - Antonio Corbo
Fonte: Repubblica Napoli
La sagoma di un grande tunnel, rosso ruggine. La volta è rotta, marcia di anni e di sole. Via Nuova delle Brecce. Una storia di ordinario sperpero. Qui Napoli aspetta il suo centro di compostaggio. Il primo in Campania, ma da bonificare dai veleni dell´amianto. Perché non apre? Già, perché? 
È la domanda che nel quartiere di Barra tronca ogni discorso. Imbarazzo e silenzio. Colpa di una serie di ritardi che ha un controvalore di milioni. Finché non vi sarà un impianto, almeno questo, il compost sarà spedito al centro di Ofelia, vicino Catania. Prezzo di mercato 58 euro a tonnellate, i Comuni campani pagano circa duecento, 142 in più. L´Asìa risparmia: paga 140. Diecimila tonnellate l´anno scorso, ancora di più nel 2008, fate i conti. Chi si aspetta? «Manca solo che questo rudere venga demolito». Si insiste negli uffici del Comune di Napoli: «Siamo a buon punto e l´assessore ha dato già una bella scossa. Meglio che parli lui, ha fatto abbastanza».
In attesa di parlare con Mola, meglio spiegare che cos´è il compost. Deriva da un misto di materie organiche, attraverso un processo industriale dei rifiuti. È quel processo che dovrebbero svolgere i sette cdr della Campania secondo il decreto Berlusconi, non potendo gli impianti proseguire nella farsa delle ecoballe. Le producono ma non sono a norma, ne viene fuori solo immondizia tritovagliata.
Il compost è quella parte di rifiuti raccolta in mercati, grandi ristoranti, parchi. Quindi: scarti di cucina, residui di potatura, foglie di erbe falciate, anche liquame e letame. Diventa un ottimo fertilizzante. Per chi ha un impianto, due i vantaggi: incassa dai Comuni e rivende il concime. In Campania è invece doppio il costo: si paga per smaltire fuori regione e si compra ancora fuori il fertilizzante. Quando si dice: il caos organizzato. L´immondizia da 14 anni è una emergenza, ma anche una montagna di affari e ingenuità.
L´impianto di via Nuova delle Brecce è studiato per assorbire e trattare tutto il compost della città. Facili i calcoli: si raccolgono 1400 tonnellate di rifiuti solidi urbani a Napoli, la frazione organica è il 40 per cento, quindi meno di 500. Un terzo è selezionato come compost: circa 150 tonnellate. Il volume dell´impianto coincide con le esigenze di Napoli. Per la provincia ci sarebbe Caivano, sito che il sindaco Pippo Capaccioli non riesce a far funzionare, c´è un tappo da 4000 tonnellate di immondizia sull´impianto trasformato in centro di stoccaggio. Capaccioli, il medico con la barba che a Berlusconi ricordò Bin Laden, ha informato anche la Procura.
Ecco Gennaro Mola, assessore comunale. Ciro Turiello, ex consigliere delegato dell´Asìa, si era già prodigato per sbloccare il progetto. Poi? «Sono intervenuto anche io, posso dire che siamo sulla strada buona», dice Mola. Diventa una conquista anche il più ovvio e utile dei progetti. «Dal dicembre 2006 è tutto pronto, è stata vinta anche la gara, da una società specializzata. Dopo, ho per caso conosciuto il titolare dell´impresa. Vuol abbellire il progetto con particolari pareti. Mi sono dato da fare anche per questo». Ma che cosa era successo? Il Commissariato alle bonifiche avrà avuto molto lavoro, spiegano con sarcasmo, preferendo l´animato. Mola invece racconta: «Abbiamo ottenuto che la bonifica dell´amianto, sia completata dalla nostra Asìa con i soldi del Commissariato. È un modo per accelerare», conferma l´assessore evitando polemiche con un commissariato parallelo, titolare fino al 31 gennaio Antonio Bassolino, ma in realtà governato da Ferdinando Cesarano e Raffaele Vanoli, due cattedratici, architetto e ingegnere. Un bilancio da definirsi almeno deludente.
La società che ha vinto l´appalto è la Ibi, lavora a Savignano, si prepara per Chiaiano. Pronta anche l´Asìa. Daniele Fortini è il nuovo amministratore delegato. Si è visto anche lui l´altro giorno a Barra, era sconcertato per il ritardo. Evita polemiche. Ma lancia una proposta. «Non solo siamo pronti come Asia a gestire l´impianto di compostaggio. Ma il decreto Berlusconi del 21 maggio riconverte i sette cdr in impianti per trattare la frazione organica. Asìa si candida per almeno uno dei sette Cdr. La nostra azienda, quindi il Comune di Napoli, vuol essere in primo piano nell´intera fase di smaltimento dei rifiuti». Ma a 17 mesi dalla gara per l´impianto di Barra, non è stata neanche posta la prima pietra. Fortini ha belle idee e una forte carica di ottimismo.

 

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