Coppa America, il caso

Il ministero frena su Bagnoli: fondali a rischio

I tecnici: le boe possono movimentare veleni. Via Caracciolo tra le alternative, verdetto entro fine settimana
Lo staff di Clini: pronti a supportare il Comune in tutte le procedure
4 dicembre 2011 - Gerardo Ausiello
Fonte: Il Mattino

Bisognerà attendere la fine della prossima settimana per sapere se la Coppa America si terrà o meno a Bagnoli. Domani mattina i tecnici dell'Arpac completeranno gli ultimi rilievi che saranno spediti a tempo di record a Roma. A quel punto si convocherà la conferenza dei servizi, che potrebbe tenersi tra mercoledì e venerdì, da cui arriverà l'atteso verdetto sulla zona occidentale. Bagnoli resta la priorità dell'amministrazione comunale ma i problemi non mancano e ieri è arrivata un'altra doccia fredda. Durante il vertice in Prefettura con il ministro dell'Ambiente Corrado Clini gli esperti del dicastero hanno mosso rilievi sull'inquinamento dei fondali marini: la movimentazione degli stessi a causa dei corpi morti - è il loro ragionamento - potrebbe infatti produrre conseguenze negative sui siti di interesse comunitario, ovvero Nisida e Capo Miseno. L'ennesima grana, peraltro inattesa, a cui la giunta de Magistris e Bagnolifutura stanno cercando di far fronte studiando in fretta soluzioni tecniche innovative che consentano di non smuovere i fondali. Ma intanto il tempo scorre e si avvicina il momento in cui bisognerà necessariamente aprire i cantieri per realizzare le opere in vista delle regate dell'aprile 2012. Si dovrà insomma decidere in fretta altrimenti la bocciatura dell'area sarà inevitabile. Al termine della riunione è stato siglato un documento congiunto attraverso il quale si manifesta la volontà di fare squadra e di garantire in ogni caso che I'America's Cup si svolga a Napoli: «11 ministero dell'Ambiente, il Comune, la Provincia e la Regione si impegnano a realizzare nei tempi più rapidi possibili ed entro le scadenze già fissate tutte le valutazioni relative al sito di Bagnoli - si legge nella nota - In ogni caso vi è l'impegno del ministero a supportare il Comune nelle procedure necessarie alla realizzazione dell'evento, nel rispetto delle cautele poste dalla normativa di tutela ambientale». In altri termini la location per tutti resta Bagnoli ((non pensiamo a siti alternativi», chiarisce il vicesindaco Tommaso Sodano) ma ci si guarda comunque attorno. Anche perché restano le preoccupazioni e le incertezze per l'esito dell'inchiesta della Procura. Accanto alle ipotesi di Nisida e del litorale domizio nelle ultime ore spunta il lungomare di via Caracciolo che potrebbe incantare appassionati e turisti con il suo panorama mozzafiato. Si allontana, invece, la possibilità di coinvolgere il molo San Vincenzo, dove ci sarebbe il rischio di intralciare rotte militari e commerciali. Gli aspetti negativi di questo cambio di location sarebbero tuttavia diversi: un'altra occasione di rilancio persa dalla zona occidentale, la cui riqualificazione è attesa da molti anni, ed eventuali penali da pagare agli americani dell'Acea, oltre ai problemi tecnici legati all'installazione delle opere nei siti alternativi.

Le opere Un mini-porto con gli ormeggi e il villaggio

Nel piano Bagnoll già avviato, le opere temporanee riguardano, a mare, la realizzazione di un piccolo porto galleggiante, con 9 boe alla ruota dove ormeggeranno i catamarani, e 340 metri di ormeggi per le imbarcazioni di supporto e turistiche. A terra Invece: un public event village per l'intrattenimento e svago del pubblico, di 12.500 metri quadri, con 4.000 metri quadri perla sosta; un'area premiazioni di mille posti a sedere; un'area vip di 5.500 metri quadri; un'area tecnica per i team partecipanti alle regate di circa 20mila metri quadri.

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