"Il nostro territorio non deve trasformarsi in munnezzopoli"
NAPOLI - Nessun campanilismo, ma al sindaco di Giugliano, Giovanni Pianese, la decisione di Ministero, Comune di Napoli, Provincia e Regione Campania, di installare un termovalorizzatore sul territorio dell'area a nord di Napoli proprio non piace. Il primo cittadino è pronto alla battaglia "in ogni sede" per evitare che il suo comune si trasformi in "monnezzopoli". L'impianto dovrebbe servire, secondo gli intendimenti del Ministero e delle istituzioni locali, a smaltire le sei milioni di tonnellate di ecoballe di Taverna del Re, ma non solo. Giugliano, secondo quanto è emerso dal lungo incontro di ieri in Prefettura tra Clini, De Magistris, Sodano, Caldoro e Cesaro, dovrebbe ospitare anche i materiali provenienti dagli stir della provincia di Napoli. "Perchè non va bene nel capoluogo? Quali sono le motivazioni tecniche e ideologiche per cui non si può fare a Napoli questo impianto? In questa maniera non si rispetta il provvedimento legislativo che impedisce di installare nuovi impianti nel già devastato territorio di Giugliano - spiega il primo cittadino del comune dell'area nord - se ci convincono delle motivazioni siamo disposti a sederci attorno ad un tavolo, ma qui si parla dimenticando completamente quello che è avvenuto finora". Un fulmine a ciel sereno ha squarciato ieri l'area nord. Le decisioni assunte durante il summit tra le istituzioni locali e nazionali ha acceso la miccia di una nuova grande tensione nell'area a nord del capoluogo partenopeo. Il governo prepara un decreto che possa accelerare l'iter per l'installazione dell'impianto. Un provvedimento che, però, secondo il sindaco Pianese, risulterebbe contraddittorio: "C'è una legge che definisce Giugliano sito di interesse nazionale da bonificare. La Procura parla di un disastro ecologico', confermato da commissario straordinario alle bonifiche. O i termovalorizzatori non servono - dichiara Giovanni Pianese - e in questo caso non capisco perchè insistere. Se invece servono devono spiegarmi perchè a Napoli non si può fare e a Giugliano sì. Non vuole essere una difesa campanilistica, è un problema di principio - aggiunge - e di rispetto di norme. né tantomeno con un atto amministrativo si può superare un dettato legislativo. Un decreto non è ancora una legge, il governo dovrebbe modificare prima un'altra legge che superi le motivazioni espresse in precedenza. Cosa che mi pare non sia avvenuta. Contro questo provvedimento ci opporremo giuridicamente in tutte le sedi che si riterremo opportune". La decisione piovuta dall'alto' non è stata accolta da abbracci e sorrisi sul territorio di Giugliano. Il sindaco si prepara a far valere le ragioni del suo Comune. Lo scontro è alle prime battute.