Napoli prova a mettere le mani su uno degli Stir provinciali

Rifiuti, Napoli vuole gestire un impianto Stir

Il Comune chiede uno dei tre vecchi Cdr, il vice-sindaco: «Ma per chiarire lo scenario del futuro occorre convocare immediatamente un tavolo». Caos sui Consorzi, negata la cassa integrazione a duecento lavoratori
8 dicembre 2011 - Mariano Rotondo
Fonte: Roma

NAPOLI. Caos intorno alle competenze del ciclo di smaltimento dei rifiuti che secondo la legge dovrebbe passare alle Province già ad inizio gennaio. Ma con la manovra e lo stop alle Amministrazioni provinciali nasce un nuovo caos normativo, con pertinenze nel settore che se il testo della Manovra fosse approvato così come redatto, porterebbe necessariamente a successive modifiche con i rifiuti che dovrebbero a questo punto riempire le caselle o della Regione oppure dei Comuni. Naturalmente è prematuro pensare al futuro prima che il documento passi per le Camere, tuttavia la questione bolle già in pentola ed il primo ad affrontarla è stato proprio il governatore Stefano Caldoro a margine delle audizioni di martedì della commissione Ecomafie: «Credo che la Regione debba mantenere funzioni di controllo, collaborazione ed indicative un po' come succede oggi - aveva detto il numero uno di Palazzo Santa Lucia - per le competenze tuttavia penso siano da affidare ai Comuni o ad altri enti come ad esempio dei Consorzi tra le Amministrazioni più piccole che insieme possano gestire il ciclo di smaltimento». Insomma la Campania non vuole tornare di nuovo al ciclo di smaltimento di carattere regionale, pensando invece a Consorzi per la gestione materiale del settore. Sulla vicenda il vicesindaco di Napoli con delega all'Ambiente, Tommaso Sodano, parla di «scenario da chiarire in fretta». «Per quanto ci riguarda vogliamo essere autonomi e quindi gestire raccolta, impiantistica e smaltimento soltanto per la città - spiega - anzi addirittura abbiamo in programma di chiedere in affidamento uno degli Stir dell' hinterland per fare in modo che nemmeno un grammo di rifiuti esca dalla nostra pertinenza. Del resto lo abbiamo sempre detto, anche se c'è poi la questione dei piccoli Comuni che difficilmente potranno farcela da soli. Bisogna - conclude Sodano - pensare immediatamente ad un tavolo per chiarire la normativa in merito alla gestione delle competenze sui rifiuti». Altro caso di carattere provinciale resta inoltre quello molto delicato dei Consorzi di Bacino, duemila lavoratori in tutta la Regione che da gennaio 2012 andrebbero assorbiti dalle Amministrazioni tuttavia destinate al momento ad essere fortemente ridimensionate. Proteste e manifestazioni sono attese anche nei prossimi giorni, mentre per le maestranze c'è una brutta sconfitta giudiziaria che riguarda i bacini di Benevento in cui lavorano ad ogni modo numerosi operai proveniente dalle ex strutture partenopee. Nella querelle, infatti, si aggiunge un capitolo Dal Consiglio di Stato giunge un provvedimento che non concede la Cassa Integrazione Guadagni ai lavoratori dei Consorzi di Benevento 2 e Benevento 3 (all'opposto di quanto accaduto per il consorzio Benevento 1). In sostanza, non si sarebbe mai interrotto il rapporto di lavoro o almeno questa sembra l'indicazione che serpeggia tra questi lavoratori. Passato il ponte dell'Immacolata è destinato a ritrovarsi con i due Consorzi ancora in carica per riprendere l'attività.

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