"L'epidemia da spazzatura non è dimostrata ecco perché gli imputati vanno prosciolti"
DALLE indagini condotte dalla Procura con l'ausilio di una consulenza tecnica «non risulta dimostrato il verificarsi di un'epidemia» durante la crisi rifiuti che travolse la provincia di Napoli tra la fine del 2007 e l'inizio dell'anno successivo. Al contrario, esistono «possibili spiegazioni alternative» a uno dei dati evidenziati dagli esperti scelti dal pm, l'aumento della vendita di farmaci da banco durante il periodo più acuto della crisi, come la «situazione di allarmismo» determinata dai mezzi di informazione. Sono alcuni degli argomenti utilizzati dal giudice Paola Picchino nella sentenza con la quale ha prosciolto in udienza preliminare dall'accusa di epidemia colposa 20 imputati (sindaci, commissari prefettizi e amministratori locali) fra i quali I'exsindaco Rosa Russo Iervolino, l'exgovernatoreAntonio Bassolino e l'ex prefettoAlessandro Pan-sa La Iervolino e altri sei imputati (Nicola Alfino, Paolino Buono, Vincenzo Caso, Nicola De Mare, Gaetano Piccolella, Raffaele Topo) sono stati prosciolti anche dall'accusa di rifiuto di atti d'ufficio. Scrive il gup Picchino che «il ragionamento logico deduttivo svolto dai consulenti non appare condivisibile nelle conclusioni e nelle conseguenze che ne ha tratto il pubblico ministero». Secondo gli esperti della Procura, il boom di acquisti di alcuni farmaci andava «univocamente interpretato come significativo di un aumento delle patologie virali che per l'estensione e per la situazione di crisi inigienico sanitaria avrebbe assunto il carattere epidemico». Ma nella interpretazione del giudice questo dato «può essere interpretato altresì come determinato da un fenomeno di allarmismo generalizzato nella popolazione campana interessata dall'emergenza rifiuti». Situazione di «allarmismo» che il gup ritiene«creata per la maggior parte dai mezzi di informazione» alla luce della documentazione acquisita dai carabinieri «da cui risulta che ogni giorno quotidiani locali e nazionali diffondevano notizie sull' emergenza rifiuti e sui rischi alla salute da essa derivante». Nelle motivazioni depositate ieri in cancelleria il giudice rileva inoltre come «l'attendibilità scientifica delle conclusioni dei consulenti del pm risulti inoltre minata» da altri documenti, esibiti dai legali d egli imputati, «attestante come gli organismi deputati istituzionalmente a svolgere un'attività di monitoraggio, e pertanto dotati di pari competen -ze scientifiche, avessero escluso il rischio di forme epidemiche». Nelle pagine della sentenza il gup Piccirillo rileva poi che «uno dei tre consulenti tecnici, il dottor Greco, risulta essere giunto a conclusioni diametralmente opposte a quelle rassegnate al pm nello stesso periodo e all'esito di un incarico svolto per conto della giunta regionale e del commissario straordinario». Il riferimento è al verbale, depositato dall'awocato Giuseppe Fusco, legale di Bassolino e Iervolino, di una riunione alla quale Greco partecipò come sub commissario per l'emergenza e dove si parlava di «problema di rischio percepito e non reale» collegato alla presenza dei rifiuti in strada. Secondo il giudice «appare certo chela contraddittorietà degli esiti cui è giunto il dottore in due in due identici incarichi, svolti contemporaneamente a favore di soggetti diversi, l'amministrazione della giustizia e la pubblica amministrazione, abbia di fatto inciso sull'attendibilità dei responsi tecnici».