La protesta Dal sindaco Pianese ai comitati: delusi, no all'impianto

E la cittadina «tradita» si mobilita

7 dicembre 2011 - Eliana luorio
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

NAPOLI — La scusante dello «sciacallaggio mediatico» lamentato dal sindaco de Magistris lunedì sera al Modernissimo alla proiezione del film «Sporchi da morire», non placa i comitati giuglianesi. «Siamo stati vittima di una campagna di disinformazione che ha mostrato un capoluogo sommerso dai rifiuti» alla vigilia della visita del ministro Clini, ha detto de Magi-stris, ribadendo la sua opposizione ideologica ad ogni impianto di incenerimento ovunque esso sia realizzato. E Giovanni Russo, consigliere comunale a Giugliano, dalla platea allora ha chiesto se Napoli, nell'eventualità della realizzazione dell'impianto a Giugliano, avrebbe poi usufruito dello stesso impianto per bruciarvi i «suoi» rifiuti. De Magistris ha risposto parlando delle «navi in partenza per l'Olanda». Una risposta non sufficiente per i comitati e «demagogica» per il consigliere Russo, che sfoga: «Tutti sanno che il piano inceneritori è stato ridotto non perla strenua opposizione di Napoli, ma perché i contributi statali sono previsti per un solo impianto in più ed è più conveniente farlo a Giugliano dove ci sono balle già pronte e dove si faranno contenti i clan di Giugliano e V ila Literno. Sede Magistris ci dicesse qual è la previsione dei flussi di Napoli allora avremmo i numeri per dimostrare che in Campania non serve alcun altro impianto. Napoli stando al Prgru produce 600 mila tonnellate l'anno di rifiuti; la Provincia un milione e con Acerra è autosufficiente da subito con molte città già vicine al 50% di differenziata. Sodano ci spieghi Napoli dove metterà le sue tonnellate mentre manda a regime la differenziata». Sodano aveva abbracciato poco più di un anno fa i giuglianesi "in lotta" a Taverna del Re - riaperta per far fronte all'ennesimo collasso napoletano - sostenendo pubblicamente (era il novembre 2010) l'assoluta pericolosità degli impianti di incenerimento come dimostrava il «cattivo esempio di Acerra». Ed il Coordinamento rifiuti (CoReRi) contesta: «I tempi richiesti per la realizzazione degli impianti (7-8 anni) procrastinano una situazione di crisi richiedendo enormi volumi di discarica (nel Piano, 9 milioni di metri cubi nei prossimi dieci anni). Meno costosa, più rapida e compatibile sarebbe la conversione degli Stir in impianti per il recupero di materia, rispondendo rapidamente ai rilievi Ue». Ed oggi lo smaltimento delle finte ecoballe col sistema che l'oncologo Marfella, consulente della Procura, ha definito una «bomba ambientale», non convince nemmeno l'assemblea comunale che si è espressa all'unanimità contro l'impianto, mentre il primo cittadino, Giovanni Pianese, torna a chiedere un incontro ad horas al presidente Caldoro «affinché questa non concordata ipotesi venga scongiurata».

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