Napoli Est, addio termovalorizzatore
NAPOLI Alla fine, ognuno porta a casa un risultato. Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, scongiura di fatto l'ipotesi di un termovalorizzatore nella zona est. Il governatore Stefano Caldoro incassa il via libera al piano regionale, con inceneritori, impianti di trattamento intermedi, differenziata e discariche. Il presidente della Provincia, Luigi Cesaro, garanzie per gli 800 lavoratori del Consorzio unico di bacino. Ritti felici e contenti, insomma, alla fine del vertice in Prefettura a Napoli con il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, "celebrante" della ritrovata armonia. Con una premessa: non c'è alcuna emergenza rifiuti. Cosa che lo stesso esponente del governo Monti tiene a sottolineare. In primis, nella bozza di accordo, che sarà "trasfusa" in un decreto, si stabilisce l'adozione di misure per incentivare in tempi rapidi la raccolta differenziata (con annessa valorizzazione dei materiali raccolti): il tutto attraverso una dotazione impiantistica adeguata, in particolare mediante il compostaggio in ambito locale. Proprio per questo, il Governo si adopererà per consentire l'accelerazione delle risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate al di fuori del Patto di stabilità: in cambio la Regione si impegna a dare attuazione celere al programma concordato. Al centro dell'incontro anche la questione relativa allo smaltimento dei sei milioni di ecoballe attualmente stoccate in diversi siti sul territorio campano: confermata la necessità di individuare l'impianto migliore per lo smaltimento che dovrebbe contemplare, tra l'altro, anche quello del rifiuti trattato negli stir del Napoletano. L'inceneritore dovrebbe sorgere in una zona a nord del capoluogo campano, presumibilmente nel Giuglianese. Tramonta, invece, decisamente l'ipotesi del termovalorizzatore a Napoli Est: nel corso della riunione si è convenuto di riesaminare l'accordo firmato nel 2008 («da altre istituzioni», chiarisce Clini) e di valutare ipotesi alternative legate al miglior funzionamento del ciclo dei rifiuti. Si accelera anche sul fronte dell'apertura delle discariche, competenza del commissario. La prima sarà Paenzano 2, a Tufino, seguiranno quelle di Pozzuoli e Palma Campania. Infine, il presidente della Provincia, Cesaro, ha strappato l'impegno del Governo, al di fuori del decreto, a garantire che gli oltre 800 dipendenti del Consorzio unico di bacino vengano impiegati dai Comuni della provincia per compiti di raccolta differenziata, sgravando così l'ente provinciale di un ulteriore costo. Intanto, però, un deciso stop all'ipotesi di un impianto a Giugliano arriva dal sindaco Giovanni Pianese. «Se il termovalorizzatore non va bene a Napoli per una questione di tecnologia - attacca Pianese - non comprendo, a rigor di logica, come le stesse tecnologie che non vanno bene a Napoli Est si possono poi adottare in provincia. Se poi ideologicamente diciamo no ai termovalorizzatori, dobbiamo dire no ad ogni localizzazione». Pianese chiarisce che «il territorio è già martoriato da decine di discariche, legali o abusive, e c'è un decreto legislativo con il quale si stabilisce che a Giugliano non si potranno realizzare impianti. Io di certo non mi fermo dinanzi ad ipotesi che appaiono contraddittorie. Il consiglio comunale ha votato all'unanimità il no al termovalorizzatore. E c'è anche un atto firmato dall'ex sottosegretario alla Protezione civile, Guido Bertolaso, col quale si stabiliva che sarebbe stata impiegata una linea del termovalorizzatore di Acerra per bruciare le ecoballe di Taverna del Re. Attendo che quell'intesa diventi operativa. Allora se poi la mia città deve diventare di fatto un immenso sversatoio è meglio evacuarla».