Intesa col ministro Clini, si punta a Giugliano anche per bruciare le ecoballe

De Magistris: inceneritore si ma fuori Napoli

Il ministro precisa Al momento a Napoli non c'è alcuna situazione di emergenza
4 dicembre 2011 - Angelo Agrippa
Fonte: Corriere del mezzogiorno

NAPOLI — Il testo del documento di intesa firmato dal ministro dell'Ambiente, Corrado Clini; dal sindaco, Luigi de Magistris; dal presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, e dal presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, è stato riscritto varie volte. E questo perché nodi linguistici e piccoli intoppi semantici hanno finito per irrigidire i rappresentanti dell'amministrazione comunale. Come l'espressione in coda al testo «sentite le autorità locali» che doveva essere sostituita con quella più incline alla democrazia partecipata di «comunità locali». E — hanno riferito i presenti — solo grazie alla difesa del presidente della Provincia, Cesaro, è rimasta invariata. Ma l'esito della lunga riunione tenutasi in prefettura, al di là di tutte le sfumature, resta inequivocabile: il sindaco de Magistris ha sventato il rischio di realizzare il termovalorizzatore in città, ma ha firmato una nota condivisa in cui accetta che lo stesso impianto venga realizzato altrove. Probabilmente a Giugliano, dove, tuttavia, la legge 26 lo prevedeva già, ma esclusivamente per bruciare i 7 milioni di ecoballe accatastate tra il popoloso comune a nord di Napoli e la vicina Villa Literno. Per il governatore Caldoro (ieri, dopo la riunione, ha festeggiato —tra le proteste delle mamme vulcaniche, dei comitati e dei Bros — il compleanno al Gambrinus, con Clini, Cesaro e il vicepresidente della Camera, Lupi) il risultato è stato di aver indotto de Magistris a rimanere nella cornice dello sforzo comune per evitare le sanzioni europee.
Il vicesindaco di Napoli, Tommaso Sodano, ha evitato di scivolare nella polemica: «Di Giugliano non mi occupo — ha commentato — ma ritengo sia giusto che ci si impegni, prioritariamente, delle ecoballe da smaltire. Tra l'altro, tengo a sottolineare che non c'è stato alcuno scambio, nessuna sorta di transazione, sull'intesa raggiunta, grazie alla quale il termovalorizzatore a Napoli non si farà più, a causa soprattutto delle gare andate deserte. E importante, invece, sottolineare che siamo riusciti a dimostrare come a Napoli si può intervenire sulla differenziata e con impianti a secco e per la frazione umida». L'impegno assunto dal ministro Clini e dagli altri vertici istituzionali locali parte da una constatazione: «che non c'è al momento alcuna condizione di stato di emergenza». Mentre i partecipanti all'incontro «hanno trovato un accordo su diversi punti. In primo luogo sarà data una risposta rapida alle richiesta della Commissione europea nel quadro generale del piano regionale. Saranno adottate misure per incentivare in tempi rapidi la raccolta differenziata, integrata con la valorizzazione dei materiali raccolti, per mezzo di un'impiantistica adeguata, in particolare con il trattamento del compostaggio in ambito locale. A tal fine il governo fornirà ogni contributo per accelerare l'utilizzo dei fondi Fas al di fuori del patto di stabilità e la Regione conseguentemente si impegna a dare immediata attuazione al programma concordato. Durante l'incontro, si è concordato sull'esigenza di affrontare con urgenza il destino delle sei milioni di tonnellate di ecoballe utilizzando, come chiesto dalla Ue, le migliori tecniche di valorizzazione energetica integrate con l'utilizzazione del rifiuto urbano trattato negli impianti stir ubicati nella provincia di Napoli. Le istituzioni hanno anche convenuto sulla necessità di riesaminare l'accordo del 2008 relativo all'impianto di Napoli est e sulla possibilità di valutare ipotesi alternative, connesse al ciclo dei rifiuti, in relazione all'area. Nel quadro della pianificazione regionale e nei connessi ambiti di programmazione provinciale saranno resi operativi i siti per la ricomposizione ambientale con prodotto stabilizzato, garantendo l'accelerazione delle procedure in capo al commissario straordinario, sentite le autorità locali». Il sindaco de Magistris si è detto «molto soddisfatto» dell'incontro in prefettura: «Napoli — ha aggiunto — ha subìto un grosso danno dalle immagini deformate diffuse in questi giorni e mi ha fatto molto piacere che Clini, andando via, abbia detto di aver trovato una città bella e pulita. Io devo rappresentare gli interessi di una città che sta venendo fuori da un periodo durissimo, fatto di interessi criminali e malapolitica. C'è un bel clima di sinergia istituzionale tra Governo, Regione, Provincia e Comune, fondamentale per uscire dalla crisi. La precarietà ambientale non riguarda solo il nostro territorio. Faremo tutto quello che abbiamo messo in campo: differenziata, porta a porta, impiantistica moderna, le navi che partiranno. Un lavoro — ha concluso — che farà diventare Napoli un esempio dal punto di vista ambientale». Cesaro, inoltre, ha chiesto che i circa 900 dipendenti dell'ex consorzio di bacino «vengano impiegati nella differenziata direttamente dai Comuni».
Intanto, occorrerà trovare al più presto delle discariche e, su questo, pare che la Sap.Na sia a buon punto per ottenere le autorizzazioni su un vecchio impianto in disuso, Paenzano 2, a Tufino, in grado di accogliere 200mila tonnellate di frazione stabilizzata degli stir. Quindi, si potrebbe proseguire — ma non senza deroghe in materia ambientale — con Pozzuoli, Sant'Anastasia, Palma Campania e Marano, sebbene quest'ultimo invaso sia quello ritenuto più improbabile per l'estrema vicinanza alla discarica di Chiaiano.

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