Giuliano-Zinzi, è lite Pdl apre la crisi sul termovalorizzatore
NAPOLI — La Provincia di Caserta rivendica autonomia nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti. Ed è pronta allo scontro istituzionale con la Regione se dovesse essere permanere il veto rispetto alla realizzazione di un impianto di termovalorizzazione ritenuto imprescindibile per garantire l'autosufficienza del territorio in ogni fase del ciclo. La risposta di Domenico Zinzi alle dichiarazioni rilasciate ieri al Corriere del Mezzogiorno dall'assessore regionale all'Ambiente, Giovanni Romano («Per quanto mi riguarda, il termovalorizzatore di Capua non esiste. E non credo possa diventare un'ipotesi di lavoro nemmeno per il futuro. Per Caserta il nostro piano prevede solo un gassificatore da sto mila tonnellate») non si è fatta attendere. Ed assomiglia ad un guanto di sfida: «Noi andiamo avanti per la nostra strada — afferma il presidente della Provincia — l'obiettivo è superare finalmente il modello delle discariche che hanno martoriato il territorio. Abbiamo pagato un prezzo elevatissimo, per farci carico anche delle inefficienze di chi sa dire solo no senza indicare soluzioni concrete (il riferimento al sindaco di Napoli De Magistris, ndr). Abbiamo un nostro piano che ci metterà per sempre al sicuro dal rischio di precipitare nuovamente nell'emergenza. Ma la Regione ci sta boicottando: nonostante le reiterate richieste, non ci ha ancora concesso la nomina di un commissario ad acta, né ha avviato le procedure per la Vas (valutazione ambientale strategica, ndr). Sia chiaro, per difendere la nostra autonomia, il nostro sacrosanto diritto all'autosufficienza, siamo disposti lottare in ogni sede: fino ad arrivare alla Corte costituzionale». Per Zinzi, l'ostruzionismo di Palazzo Santa Lucia avrebbe motivazioni territoriali. «L'assessore Romano è di Salerno e fa di tutto per nascondere le difficoltà che sconta la sua provincia, riversandole su Caserta. C'è un asse tra Salerno e Napoli a danno degli altri territori. E i nostri rappresentanti istituzionali non sembrano accorgersene. O quanto meno, non fanno nulla per evitarlo». Una stoccata anche per il presidente del consiglio regionale, Paolo Romano: «Le sue dichiarazioni di ieri riprese da un'agenzia di stampa sono sconcertanti». Tocca invece all'assessore provinciale all'Ambiente, Maria Laura Mastellone, chiarire le ragioni che rendono indispensabile un impianto da 272 mila tonnellate: «La produzione totale di rifiuti in provincia di Caserta è di 438 mila tonnellate all'anno. Anche considerando una quota di differenziata del 50%, la produzione non recuperabile sarebbe di 219 mila tonnellate. Vanno aggiunti gli scarti non conformi e il compost fuori specifica: altre 53 mila tonnellate». Ma il decisionismo di Zinzi ha già provocato conseguenze in seno alla sua maggioranza. Ieri sera, il coordinatore provinciale del Pdl, Pasquale Giuliano, ha formalmente aperto la crisi in Provincia annunciando le dimissioni dei 4 suoi assessori: «E' intollerabile che su una materia così delicata, e decisiva per le sorti del territorio, il presidente non abbia ritenuto di coinvolgere gli alleati. Il problema, ovviamente non è di merito, perché nessuno è contro i termovalorizzatori, ma di metodo. Non siamo più disposti a subire il solipsismo di Zinzi».