3 Sono le nuove discariche di cui c'è bisogno in pochissimo tempo per evitare il ritorno dell'emergenza

Sversatoi a Tufino, Pozzuoli e Palma Campania

Scontro Clini-de Magistris sull'esercito. Domani il ministro a Napoli
2 dicembre 2011 - S.B.
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

NAPOLI — Sono mesi che si discute delle cave dove poter sversare la frazione umida tritovagliata e stabilizzata. Perché questo prevede il piano delle discariche redatto dal commissario Annunziato Vardè. Il punto, anzi i punti sono però due. Il primo: gli Stir al momento non producono la Puts. Il secondo: quali sono i siti disponibili al più presto, soprattutto sul territorio provinciale? Per ora l'unica certezza è che, nelle more delle discussioni e delle polemiche sulla necessità di realizzare il termovalorizzatore per Napoli, domani sul tavolo del ministro dell'Ambiente Corrado Clini arriverà la questione discariche. Con ogni probabilità da qui ai prossimi mesi ne dovranno aprire almeno tre. Quella di Tufino, pronta in una sessantina di giorni, che potrebbe contenere fino a 40o mila tonnellate di rifiuti. Ma i tecnici provinciali stanno verificando e lavorando su Pozzuoli, precisamente in zona Montagna spaccata, dove, pare, ci sia un problema di accesso per i compattatori. La terza dovrebbe essere quella di Palma Campania. Infatti, anche se il piano Vardè prevede i siti di Chiaiano, Giugliano e Sant'Anastasia, è la stessa Provincia a non voler prendere in considerazione queste opzioni. In ogni caso si dovrà andare in questa direzione. Non c'è tempo. Tant'è che è favorevole all'invio dell'esercito il presidente della Provincia Luigi Cesaro, per il quale i soldati possono «per esempio risultare molto utili una volta che si è deciso quali siti aprire per le discariche». E chiede che al commissario per le discariche, Annunziato Vardè, venga concessa la possibilità di agire in deroga alle normative vigenti, «altrimenti è quasi impossibile riuscire a trovare sul territorio provinciale siti idonei». Ma le polemiche tra Comune e ministero dell'Ambiente non si placano per nulla. «C'è una regia occulta dietro questa evocazione dell'emergenza» secondo il vicesindaco Sodano. Chi sarebbero gli artefici del complotto pro inceneritore? Da Palazzo San Giacomo non fanno nomi. Tuttavia basta ricostruire la cronaca dell'ennesimo botta e risposta tra il ministro Clini e il sindaco de Magistris per capire. Ieri da Trieste il responsabile dell'Ambiente ha ripetuto: «Ho detto una cosa molto semplice: la soluzione ai rifiuti di Napoli parte dalla raccolta differenziata e dalla valorizzazione dei rifiuti come risorsa. Se questo sistema, che non richiede grandi tecnologie e organizzazioni complesse perché ormai è collaudato in quasi tutta Italia, non è applicabile a Napoli perché ci sono condizionamenti esterni di cui la malavita organizzata dovrebbe essere la questione più importante, allora non è questione di organizzazione della raccolta dei rifiuti, è una questione di ordine pubblico». Clini ha proseguito dicendo che «se un'attività che viene organizzata e funziona bene in quasi tutta Italia a Napoli non si riesce a fare perché ci sono questi problemi - ha concluso - allora i problemi vanno affrontati per quello che sono». Anche se il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, in giornata sottolinea, che occuparsi di rifiuti «non è nostro compito». Nemmeno il sindaco de Magistris è d'accordo con l'invio dell'esercito. Ieri ha replicato seccamente al ministro dell'Ambiente: «In città non c'è emergenza, le gestioni commissariali hanno prodotto guasti e l'inceneritore non annulla il problema dei rifiuti. Poi con l'ex ministro Presti-giacomo avevamo un impegno per finanziare la differenziata, il governo stia vicino alla città e alla buona politica». Ed è convinto dell'inutilità dei militari anche il procuratore Giovandomenico Lepore, secondo il quale «il problema deve essere risolto da amministratori e politici altrimenti le indagini sulla gestione criminale si concluderanno quando ormai saremo sommersi di rifiuti». Per Lepore «rifiuti ma anche sanità sono due polveriere pronte a esplodere e quindi la soluzione devono trovarla le pubbliche amministrazioni». La situazione insomma resta pesante. E molte speranze sono riposte sull'incontro di domani in prefettura col ministro dell'Ambiente. Mentre oggi ci terrà una prima riunione tecnica presso il ministero delle Politiche comunitarie per discutere la risposta da inviare all'Europa per evitare l'infrazione. Dice il governatore Stefano Caldoro: «Siamo di fronte a una oggettiva crisi strutturale perché Napoli e provincia e in parte Salerno hanno già comunicato alla Regione la loro non autosufficienza». Così il governatore della Campania, che sottolinea però la «fiducia nel nuovo governo e nella straordinaria competenza del ministro Clini in materia. Domani faremo il punto con il ministro, ma il governo ci ha già garantito di essere disponibile, se ci sarà bisogno di nuovi interventi». Caldo-ro ha ricordato gli impegni presi con l'Europa che «ci ha chiesto di aprire subito le discariche, di rispondere alla sfida della differenziata e di arrivare alle procedure sull'impiantistica, che sono di competenza della Regione. Su questo - ha concluso - tutti gli appalti sono già in procedura di gara».

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