«Impianti e più differenziata così Napoli torna in Europa»
La Tarsu La tariffa deve produrre servizi efficienti Ma nessuno deve pagare anche per gli altri
Quello dei rifiuti in Campania e delle annunciate sanzioni da parte della Unione Europea è stato uno dei primi problemi che il neo ministro Corrado Clini si è trovato ad affrontare. Un problema per lui tutt'altro che nuovo, visto che è stato ai vertici del ministero dell'ambiente per molti anni. Ieri, con le strade nuovamente piene di sacchetti, ha accettato di fare un primo bilancio di una situazione ancora ad alto rischio.
Teme una nuova crisi? «Spero che non ci sia: quella dei rifiuti in Campania è un po' come la situazione italiana. lo sono ministro di un governo nato per dare un segnale alla comunità internazionale e fornire soluzioni concrete a un problema complicato. La Campania dovrebbe fare lo stesso: dare il segno che la strada intrapresa è concreta e duratura e che si vuole arrivare all'obietitivo».
Ha in programma visite a Napoli per osservare da vicino la situazione? «Mi sono impegnato a venire a Napoli la prossima settimana. Ma la situazione è in continua evoluzione, se avrò impegni che mi impediranno di essere in città mi terrò comunque in contatto con gli amministratori».
Cosa fare per evitare sanzioni minacciate dalla commissione ambiente della comunità Europea? «Dobbiamo adottare un piano che superi le difficoltà e le obiezioni della commissione e che si muova secondo i criteri europei che sono ormai stabiliti da tempo: bisogna partire dal recupero e dal riciclaggio senza rinunciare allo smaltimento preferibilmente in impianti tecnologici con recupero di energia lasciando una parte marginale alle discariche. Bisogna assumere impegni precisi fornendo tempi certi»
I due mesi concessi da Bruxelles per rispondere alle osservazioni della commissione sono scaduti. D governo ha chiesto una proroga, la otterrà? «Potremo avere risposte positive se le proposte saranno convincenti: un conto è chiedere una proroga perché dobbiamo continuare a lavorare, un conto è chiederla perché ancora non abbiamo cominciato a farlo. È importante che ci sia un piano preciso con tempi certi. Se diamo il segnale di un impegno forte abbiamo la possibilità per prenderci il tempo necessario per portare a termine quello che abbiamo deciso di intraprendere. Dobbiamo avere una grande serenità, guardare le cose e ragionare senza attribuire poteri taumaturgici a nessuno. Tutti abbiamo un sacco di idee ma questo non vuole dire avere soluzioni. Bisogna essere concreti, vedere quali sono i nodi che non si riescono a sciogliere da anni e agire di conseguenza».
Da che cosa cominciare? «Dalla differenziata. All'Europa dobbiamo spiegare come viene gestita, come avviene il recupero dei materiali. Sappiamo, però, come dimostra l'esperienza delle altre regioni italiane e dei Paesi europei, che gli impianti servono comunque. Vanno adottate soluzioni tecnologiche senza pregiudizi e barriere ideologiche. Bisogna inoltre considerare che anche gli impianti di recupero energetico sono un elemento che può diventare marginale se fai 70 per cento di differenziata. Come smaltire il restante 30 per cento è importante ma non sostanziale».
Raggiungere percentuali cosi alte è possibile? «Condivido la direzione di marcia del sindaco Luigi De Magistris e dell'assessore regionale Giovanni Romano: la differenziata va organizzata, richiede un sistema che favorisca il recupero e il riciclo. Il vetro, la platica non devono finire in discarica. Non bisogna mai dimenticare che la differenziata va inserita in un ciclo industriale di gestione dei rifiuti. Se funziona la raccolta separata dei materiali il problema dei rifiuti è gestibile perché il numero degli impianti diventa inferiore».
Ma nessuno è pronto ad ospitare le discariche dove comunque dovrebbe finire una parte dei rifiuti. «Anche da questo punto di vista dobbiamo esercitare l'etica della responsabilità. Gli amministratori non devono domandarsi se vogliono o meno le discariche, ma dalla quantità dei rifiuti prodotti che vanno gestiti recuperandoli, differenziandoli e valorizzandoli economicamente, come del resto avviene in tutti i Paesi europei e in tutte le regioni dove arriva la spazzatura campana».
La mancanza di finanziamenti, dopo tutti gli sprechi degli anni passati, sembra ora uno dei più difficili da affrontare. Che fare? «Bisogna cercare di imparare dagli altri. Ci sono molte realtà in Italia e all'estero dove gli amministratori sono riusciti a trasformare la gestione dei rifiuti in un'attività economica produttiva. Ho sempre ritenuto una scelta non utile e pericolosa quella dell'emergenza che ha creato l'illusione che ci sia sempre qualcuno che si assume le responsabilità al posto di chi dovrebbe risolvere i problemi. D'altra parte l'emergenza ha anche alimentato l'idea che canalizzando ingenti risorse economiche si potesse risolvere il problema dei rifiuti e da questo è nato il problema dell'illegalità. Se ci fossero state attività economiche sane non ci sarebbero stati margini per le infiltrazioni della malavita. Oggi siamo di fronte a una nuova fase che è quella del rispetto dei criteri dei Paesi europei dove la gestione dei rifiuti diventa remunerativa per chi la fa».
Più del 40 per cento dei cittadini campani non paga la Tarsu, come convincerli? «Un sistema sano di gestione dei rifiuti è basato su tariffe che, anche se non del tutto, ripagano dei servizi che sono resi. Bisogna spezzare il circuito vizioso dei mancati pagamenti e dei servizi inefficienti. Non è che qualcuno può intervenire e pagare per gli altri. Certo la tematica è difficile perché la situazione è stata trascinata fino ad un punto nel quale è diventato molto complicato risolverla. Sarebbe molto meno difficile se cominciassimo oggi».
Ci sarà una proroga o una nuova legge per lasciare la raccolta ai Comuni e non passarla alle Province, come previsto da una norma precedente? «Sul tema sono stato già sensibilizzato la scorsa settimana appena arrivato in Senato. Sappiamo che nessuno può immaginare che di qui a un anno la norma di trasferimento abbia effettiva applicazione nelle Province di Napoli e di Caserta in particolare. Ne discuterò con gli amministratori se riuscirò a essere a Napoli la prossima settimana. In ogni caso mi terrò in stretto contatto con loro».
Darete il via libera alla Coppa America? «Stiamo completando la valutazione, ma finiremo molto in fretta. Non rinvieremo il problema, ma daremo una risposta rapidamente».