Cassonetti rovesciati ai Quartieri
SI AVVICINANO le feste di Natale e torna l'incubo rifiuti. Invasi dai cumuli il centro storico, San Ferdinando Chiaia, il Vomero, la City, Stella e San Carlo Arena. Rivolta nella notte, con cassonetti rovesciati, ai Quartieri Spagnoli, nei pressi della scuola Paesiello. «E colpa di uno sciopero nazionale», si preoccupa di specificare subito il sindaco. Ma lo sciopero ha visto il 100 per cento di adesione dei lavoratori della Docks Lanterna e del 70 di quelli della Lavajet. E si annuncia una lotta sindacale lunga e con altre (e ravvicinate) sospensioni del lavoro, perché le ditte private non rinnovano il contratto nazionale. La scorsa notte il servizio non è stato eseguito su gran parte del territorio. In mattinata Asia ha provveduto a garantire il prelievo dei rifiuti vicino a ospedali, mercati e scuole. Ma lafotografia della città riporta ai giorni della crisi. E, soprattutto, il risveglio tra cumuli e cassonetti rovesciati può diventare un monito di quello che potrebbe accadere da qui a pochi giorni. La data di svolta è il 6 dicembre, a ridosso del ponte dell'Immacolata, giorni cruciali peril turisti del Natale. Perché il 6 dicembre? Perché è la data in cui il Consiglio di Stato deciderà nel merito sulla sospensiva alla sentenza del Tar Lazio, che ha permesso a Napoli e Salerno, da questa estate, di dribblare il "no" della regione Puglia e di portare direttamente in discarica (con un accordo tra privati) mille tonnellate di rifiuti al giorno. Il nodo da sciogliere èse i rifiuti che escono dagli Stir sono speciali e quindi si possono portare fuori regione con accordi diretti, o sono rifiuti solidi urbani e quindici vuole un accordo istituzionale. Se il Consiglio di Stato dovesse confermare la sentenza del Tar, sul groppone delle province di Napoli e Salerno rimarrebbero mille tonnellate al giorno di rifiuti, che con la discarica di Terzigno che chiuderà a fine mese (oggi vi portano circa 400 tonnellate), rappresenterebbero l'inizio della nuova emergenza. Unica boccata di ossigeno in una giornata difficile è la notizia sempre più certa di una proroga da parte dell'Unione europea. Il governo italiano, infatti, ha chiesto una proroga fino a gennaio. Ha bisogno ancora di due mesi per rispondere concretamente alla Commissione europea, sul modo in cui intende mettere in opera, insieme alle autorità locali, la gestione dei rifiuti a Napoli Serve più tempo proprio per poter coordinare la risposta con Regione, Province e Comuni, come si legge dalla lettera inviata a Bruxelles. Con la Regione e la Provincia di Napoli che spingono per nuovi impianti di incenerimento (che comunque non saranno pronti prima del 2014-15) e il Comune di Napoli contrario ai termovalorizzatori e che spinge, invece, sulla raccolta differenziata. «Nei corridoi a Bruxelles, in questa ore, sta emergendo una buona notizia: la Commissione Ue concederà due mesi di proroga all'Italia. In cambio, l'Ue chiederà un crono-programma da rispettare tassativamente», rivela l'europarlamentare del Pdl-Ppe, Enzo Rivel lini. N otizia confermata dalla sorpresa del vicesindaco Tommaso Sodano: «Avevamo una convocazione per il 21 novembre a Roma e per o (ieri ndr) a Bruxelles, ma con il cambio di governo, la convocazione a Roma è stata spostata al 2 dicembre. Avevamo quindi dato pe rscontato che tutto fosse già fatto». «Le autorità italiane hanno chiesto una proroga di due mesi per rispondere alla lettera dimessa in mora della Commissione europea sui rifiuti a Napoli. La Commissione deciderà rapidamente se accettare, o meno, la richiesta di proroga dell'Italia», conferma Hennon, portavoce del commissario europeo all'Ambiente Janez Potocnik. Bruxelles aveva fissato come scadenza ultima il 30 novembre, cioè oggi. Nei confronti dell'Italia è stata avviata una seconda procedura di infrazione per non avere rispettato la sentenza della Corte di giustizia dell'Ue. Nel caso in cui l'Italia non dovesse adempiere alle richieste della Commissione europea, e se quest'ultima decidesse di adire nuovamente la Corte di giustizia «per un grande Paese come l'Italia c'è il rischio di multe molto elevate in quanto vengono comparate al Pil nazionale. Ma non siamo — conclude Hennon — ancora a questo punto». Anche se proprio Potocnik parla di un sistema rifiuti italiano ancora «caratterizzato da una più o meno grave insufficienza e instabilità».