Ditte in sciopero tornano i rifiuti tra roghi e rivolte
Basta un intoppo, un piccolo intoppo ecco la città sprofondare di nuovo nell'incubo dell'emergenza rifiuti. In strada 1700 tonnellate non raccolte a causa dell'adesione a uno sciopero nazionale (per il rinnovo del contratto di categoria) da parte del personale delle ditte Lavajet e Docks Lanterna che hanno l'appalto per alcune zone della città. Basta una notte e un giorno ed ecco di nuovo il caos. Con rifiuti agli angoli delle strade e cittadini costretti a fare lo slalom tra i sacchetti. Proteste e maledizioni in una città in cui le lancette a volte tornano indietro. Il segnale di come il sistema sia fragile, fragilissimo, incapace di reggere nemmeno per poche ore. Con Stir pieni e la possibilità, ancora sulla carta, che l'immondizia napoletana venga trasportata via nave verso Rotterdam. Entro Natale hanno annunciato i vertici di palazzo San Giacomo anche se si frena dalla Sapna, la società provinciale per i rifiuti: «I contratti non sono stati ancora perfezionati». Getta acqua sul fuoco il sindaco de Magistris: «Colpa dello sciopero nazionale di 24 ore, nessuna responsabilità di Comune, Provincia o Regione. A breve si ritornerà alla normalità». E sui trasporti verso l'Olanda promette: «C'è chi dice che delle navi si parla da tanti anni, ma siamo stati noi a rendere possibile la cosa in quattro mesi con due contratti che partiranno tra qualche giorno». Vedremo a breve. Ma si temono altri intoppi. Nel periodo natalizio, è il timore, quando aumenta la produzione dei rifiuti. Ipotesi non peregrina e temuta dai tecnici, consapevoli che potrebbe non bastare lo smaltimento verso le altre regioni o i piazzali degli Stir, perennemente saturi d arnesi. Una macchina troppo fragile e pronta incepparsi al minimo granello di sabbia negli ingranaggi. Scenari foschi. Ma certo non campati in aria. Mentre la Ue, poi, è pronta a emettere una mega sanzione contro l'Italia proprio per l'emergenza (mai risolta) dei rifiuti campani. E si ritorna in una città, ieri, assediata di nuovo dall'immondizia. Da Chiaia a San Ferdinando, dall'Avvocata a Montecalvario, da San Giuseppe al Porto-Pendino sino ai quartieri collinari del Vbmero e dell'Arenella. Nessuna zona della city viene risparmiata e deve scendere in campo l'Asia per tentare di arginare una situazione vista centinaia di volte. Ovvero, come previsto da un vecchio accordo del 2005 sui servizi minimi da erogare in occasione degli scioperi, tocca alla municipalizzata di palazzo San Giacomo l'Asia garantire il prelievo dei rifiuti presso utenze particolarmente sensibili: ospedali e presidi sanitari, mercati, caserme, carceri, scuole. Ma in molti quartieri la gente è inferocita nonostante l'impegno di tutte le maestranze e l'impegno dell'Asia che promette: «Ci sarà un ritorno rapido ad una condizione di normalità operativa».