Bonifiche fantasma, Nola contro la Recam

Gli 830 dipendenti avrebbero dovuto pulire l'alveo di Quindici. Non si sono mai visti
6 giugno 2008 - Fabrizio Geremicca
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
La Recam — società amministrata da Michele Raccuglia e partecipata al 51% dalla Regione e al 49% da Italia lavoro — non ripulisce l'alveo Quindici, come avrebbe dovuto fare in base a un'ordinanza del 24 ottobre emessa dal Commissariato di governo alle bonifiche; il comune di Nola la diffida.
La convenzione sottoscritta il 30 luglio 2007 tra la Recam ed il Commissariato alle bonifiche assegnava alla società oltre 20 milioni di euro — 41 sono stati già stanziati in precedenza dalla Regione — affinché intervenisse anche nel sito di interesse nazionale litorale domizio flegreo ed agro aversano. Tra i lavori finanziati, quello relativo all'alveo Quindici, nel comune di Nola. Un lungo canalone invaso da bottiglie di plastica, elettrodomestici, copertoni, suppellettili. In certi tratti i cumuli di rifiuti raggiungono quasi la copertura in cemento del canale e creano gravi rischi di esondazioni, in caso piova abbondantemente. I lavoratori della Recam — 380 ex Lsu — avrebbero dovuto ripulire l'alveo, eliminare la vegetazione incolta, creare le condizioni affinché l'acqua scorra liberamente e non proliferino ratti, mosche, insetti. «Termine di ultimazione delle attività e di ogni altro adempimento», recita l'ordine di servizio del Commissariato alle bonifiche, «31 gennaio 2008».
Il 28 marzo, nulla essendo stato ancora realizzato, Giacomo Stefanile, il dirigente del settore Tutela ambiente dell'amministrazione nolana, diffida la Recam. Invano. Racconta Antonio Corcione, uno dei residenti a Masseria Canera, la zona attraversata dall'alveo: «Non ho mai visto un operaio che portasse via un rifiuto». C'è invece il cantiere Recam, poco lontano. Catenaccio, non un'anima viva all'interno, una scopa abbandonata e tre prefabbricati deserti. Raccuglia non riscontra anomalia alcuna, però: «Il progetto operativo è stato presentato il 27 marzo, approvato il 21 maggio e dovrebbe essere realizzato in un mese». Contesta anche le cifre fornite ieri da Ganapini sulla bonifica di Foro Boario, ad oggi neppure iniziata: «La Regione ha stanziato 2.490.000 euro, non 4».
Bonifiche nella bufera, dunque, mentre finiscono sotto inchiesta — scrive oggi l'Espresso — alcuni dirigenti della Jacorossi, l'altra società che dovrebbe ripulire la Campania dai veleni.

 

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