Bruxelles si prepara a sanzionare di nuovo l'Italia per le inadempienze campane La Bizzotto: «No, è doveroso che a pagarle siano soltanto Napoli e la Regione»

L'Ue: che vergogna la munnezza

Parole dure del Commissario all'Ambiente a Strasburgo: «Difficile che ci siano soluzioni veloci, visto che il problema è stato sempre malgestito»
24 novembre 2011
Fonte: La Padania

NAPOLI - «È giunto il momento di dire basta una volta per tutte: se, come sembra, potrebbero arrivare nuove multe dall'Europa per il problema rifiuti di Napoli, è doveroso che a pagare queste sanzioni siano soltanto Napoli e la Campania. Il resto del Paese è stufo di sobbarcarsi il peso, anche economico, di quella che il Commissario Potocnik ha giustamente definito una vergogna. Per questo dico: i napoletani e le istituzioni campane paghino di tasca propria per le loro inadempienze).
L'europarlamentare della Lega Nord Mara Bizzotto è intervenuta sull'ultimatum lanciato dalla Ue in vista della scadenza, fissata per venerdì prossimo, entro la quale la Commissione Europea attende dalle autorità campane «un piano dettagliato e convincente per risolvere il problema rifiuti), pena l'arrivo di nuove sanzioni. Le parole usate da Janez Potocnik, commissario Ue all'Ambiente, martedì al Parlamento Ue di Strasburgo, sono state molto dure: «Napoli e i suoi rifiuti - ha detto all'Assemblea - sono una vergogna che va avanti da anni». Secondo Potocnik, è difficile che ci siano soluzioni veloci al problema dei rifiuti, visto che è stato "malgestito" fino a raggiungere la situazione limite in cui versa oggi. E i problemi di Napoli si accumulano di pari passo alla spazzatura: «Ci vorranno almeno 20 anni per smaltire i rifiuti ammassati. È spaventoso», ha detto Potocnik davanti alla Commissione petizioni dell'Europarlamento.
Come ricorda la Bizzotto, questo stesso fine settimana scadrà l'ultimatum imposto dalla Commissione europea all'Italia, per ottenere risposte riguardo al modus operandi per affrontare l'emergenza rifiuti in Campania. E se tale risposta non arrivasse? C'è tempo fino al 29 novembre, poco meno di una settimana. Dopo, secondo il portavoce di Potocnik, Joe Hennon, scadrà il termine di due mesi concesso dall'Ue.
L'Italia, tra l'altro, non ha ancora pagato per la prima condanna della Corte di giustizia sulla questione napoletana, che ha comportato una multa salata. Una seconda condanna non farebbe che gravare ancora di più sulle casse statali. «Il dossier stagna da molti anni e la situazione è dannosa sia per la salute sia per l'ambiente«, ha sottolineato il portavoce.
Luigi de Magistris, sindaco di Napoli, che si oppone alla costruzione di un secondo termovalorizzatore, complicando non poco la situazione, scarica così di fronte alle precise accuse: «Quello che dovevamo fare lo stiamo facendo in collaborazione con la Regione e la Provincia, ma per quanto riguarda il piano lo si deve chiedere al presidente della Regione Caldoro che intrattiene i rapporti direttamente con Bruxelles, avendo ritenuto di intrattenerli direttamente come presidente della Regione Campania
Replica la Bizzotto, che ha sollevato più volte la questione al Parlamento Europeo: «Siamo di fronte ad un vero e proprio scandalo che si trascina da circa una ventina d'anni e che ancora non ha trovato soluzioni adeguate. L'emergenza rifiuti a Napoli e dintorni ha responsabilità politiche ben precise, da addebitare a quello stuolo di amministratori locali che per anni hanno dimostrato totale incapacità e latitanza nell'affrontare il problema. Regione, Provincia e Comune si diano una mossa prima che dall'Ue arrivino nuove pesanti sanzioni». Non sembra giusto, pertanto, che si continui a far pagare a tutti le gravi e colpevoli manchevolezze dei cittadini e delle autorità campane, osserva la Bizzotto.
E poiché il sindaco di Napoli ha chiesto fondi statali per la raccolta differenziata, il deputato della Lega Marco Maggio-ni ha così risposto: «De Magistris dovrebbe sapere che al Nord la raccolta differenziata la facciamo rispettando i parametri europei e senza bisogno di fondi statali. Non vorrei che il decreto con cui il governo ha regalato i soldi alla sanità laziale sia il primo di una lunga serie di provvedimenti assi-stenzialisti rivolti al Sud».

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