Si investe sul porta a porta e sulla differenziata

Capitale all'Asia, mutuo da 43 milioni ed altri 300 spazzini

Il sindaco a Clini: mai l'inceneritore
Un piano per cani Alla conferenza delle "Quattro Giornate per la differenziata" il sindaco de Magistris ha annunciato anche un piano «speciale, in arrivo, per risolvere il problema delle deiezioni dei cani in città»
Le «Quattro Giornate» Presentate a San Giacomo «Le Quattro Giornate della differenziata», iniziative che coinvolgono 50 associazioni
24 novembre 2011 - Fabrizio Geremicca
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

NAPOLI — Via libera della Cassa depositi e prestiti al mutuo di 43 milioni richiesto dal Comune di Napoli per Asia. Consentirà l'aumento di capitale indispensabile ad acquistare mezzi ed attrezzature, per esempio i bidoncini da destinare all'estensione della raccolta differenziata porta a porta. Non è stato facile, per Palazzo San Giacomo, ottenere il prestito.
«Già l'anno scorso», ricorda infatti l'assessore al Bilancio e Partecipate, Riccardo Realfonzo, «la Cassa aveva negato una serie di finanziamenti al Comune. È stato necessario produrre una cospicua mole di documentazione per mostrare la serietà dell'azione di risanamento avviata col bilancio di previsione 2011».
Il sindaco de Magistris incassa la vittoria, annuncia che da gennaio «quasi trecento lavoratori pagati dallo Stato, ogni anno utilizzati dal Comune in servizi vari, saranno destinati allo spazzamento delle strade» e rilancia la battaglia per un ciclo dei rifiuti che prescinda dagli inceneritori e dalle discariche. «La gara per il termovalorizzatore», dice, «è andata deserta e per me il problema non si pone più».
Replica così al ministro dell'Ambiente, Clini, che 48 ore fa era intervenuto sul caso Napoli invocando «una linea di razionalità» ed auspicando soluzioni analoghe a quelle adottate in Lombardia ed in Emilia. Regioni, queste, dove da anni sono in funzione gli inceneritori.
Napoli punta invece tutte le sue carte sul prelievo porta a porta della differenziata. Affinché la scommessa vada a buon fine occorre che il sistema sia esteso all'intera città (coinvolge ora 300.000 abitanti ed il 29 scatterà anche a Posillipo) e che i cittadini imparino a separare bene i materiali (la qualità conta perfino più della quantità) ed è indispensabile che la metropoli disponga di impianti adeguati di compostaggio per trasformare la frazione umida del rifiuto in compost. Servono controlli (vigili urbani e ispettori di Asia verificheranno il rispetto degli orari di deposito dei rifiuti cominciando dal Centro direzionale e irrogando multe fino a 500 euro), risorse, iniziative di educazione ambientale come "Le Quattro Giornate della differenziata", che iniziano domenica 27 novembre e proseguono per le prime tre domeniche di dicembre, coinvolgendo, su tutto il territorio, una cinquantina di associazioni in iniziative di educazione alla differenziata. Una equazione complessa. Palazzo San Giacomo sostiene di poterla risolvere entro un paio di anni, attingendo tra l'altro ai fondi Fas già promessi dall'ex ministro Prestigiacomo. Nel frattempo, per evitare che tornino i cumuli in strada, punta ad esportare l'immondizia via nave in Olanda.
Operazione, quest'ultima, che dovrebbe ormai essere pronta, dopo una serie di rinvii. «L'inizio dei trasferimenti», annuncia il vicesindaco Tommaso Sodano, «potrebbe avvenire entro Natale». Una delegazione dei Paesi Bassi è in questi giorni a Napoli per definire gli ultimi dettagli. Si guarda dunque all'Europa, per scongiurare nuove crisi. Proprio dall'Europa, però, potrebbero arrivare dure sanzioni all'Italia per l'incapacità della Campania di gestire adeguatamente il ciclo dei rifiuti. «Una vergogna che va avanti da anni», ha detto due giorni fa al parlamento Ue Janez Potocnik, commissario Ue all'Ambiente. «Condivido il giudizio», commenta de Magi-stris, «che si riferisce al passato. Da giugno Napoli è passata dalle 2500 tonnellate in strada a zero tonnellate». Puntuale, la boutade della Lega Nord, che con l'eurodeputata Bizzotto chiede che l'eventuale multa di Bruxelles ricada sulla Campania e Napoli: «Paghino di tasca propria per le proprie inadempienze».

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