Rifiuti, alta tensione con Bruxelles
Alta tensione ieri sull'asse che collega Bruxelles alla Campania in vista del responso, atteso entro fine novembre, sulla procedura d'infrazione avviata per l'Italia in ragione della irrisolta crisi rifiuti a Napoli. La situazione dei rifiuti a Napoli "é una vergogna che va avanti da anni e, purtroppo, i problemi si stanno accumulando". Così dichiara in Parlamento il commissario Ue all'Ambiente, Janez Potocnik, sottolineando che bisogna fare presto per attivare la raccolta differenziata: "Non ci sono scuse" per i ritardi". Un intervento che scaturisce dalla posizione in aula dell'europarlamentare del pdl Crescenzo Rivellini che pungola il commissario Ue all'Ambiente riguardo alle sue responsabilità in ordine all'emergenza rifiuti a Napoli."Al commissario ho detto - spiega Rivellini - che Napoli è una città europea ed è anche una sua città. Esiste un piano rifiuti accettato dall'Europa che la Commissione deve far rispettare. Benché De Magistris urli sciocchezze di ogni genere (raccolta differenziata da portare entro pochi mesi al 70 per cento, cosa mai avvenuta in nessuna città del mondo) la raccolta differenziata a Napoli è calata sensibilmente. Circa un anno fa ricordo che in Prefettura ci furono forniti dati ufficiali da cui emergeva che la differenziata in città si fosse attestata al 22 per cento. Oggi è notevolmente più bassa".
SANZIONI IN VISTA In effetti se la Commissione europea dovesse adire la seconda procedura d'infrazione ai trattati Ue, l'Italia rischierebbe una seconda condanna, accompagnata da pesanti sanzioni, da parte della Corte di giustizia sulla gestione dei rifiuti a Napoli, che sommati ai 145 milioni di fondi Por e Fas bloccati dalla prima procedura, causerebbe oltre un grave danno per la salute dei cittadini e dell'ambiente, anche un grave danno economico per la nostra regione con un'ammenda di 500 euro al gomo. Ancora oggi non c'è un Piano in grado di affrontare, nel rispetto delle direttive europee, il sistema rifiuti in Campania. Il piano predisposto dalla Giunta regionale ounta sull'incenerimento ma la gara per Napoli est è andata deserta. Quello della Provincia punta sull'adeguamento degli Stir e le discariche ma entrambi sono al palo e ignora tutte le buone pratiche che si sono sviluppate in giro per l'Italia e per l'Europa. La differenziata spinta, ossia la strategia dei de Magistris richiede molto più tempo e soldi anche allo stato non ci sono. A queste incapacità si aggiunga l'indebitamento dell'intero settore di oltre 3 miliardi di euro di cui nessuno parla e che i vertici istituzionali regionali dovrebbero porre con forza al Governo e la crisi è di nuovo dietro l'angolo. Un'emergenza che non è mai finita anche perchè gli unici strumenti in grado di educare i napoletani sarebbero incentivi fatti di denari sonanti in termini di risparmi sulla Tarsu per chi fa la differenziata (magari anche acquistando in proprio il necessario) e controlli e multe continue ai seminatori di immondizia.