Discariche e termovalorizzatore Bruxelles pronta alla bocciatura

Lo scenario Nel dossier all'esame europeo punti critici e decisioni mancate sul ciclo dei rifiuti in Campania
22 novembre 2011 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Che ci fosse poco da scherzare era chiaro fin dal 29 settembre, quando al ministro Frattini era arrivata la lettera di diciotto pagine firmata da lanez Potocnik. Il commissario dava due mesi di tempo al governo italiano, e quindi alla Regione, per inviare risposte alle osservazioni mosse nella stessa missiva, altrimenti, avvertiva, si sarebbe rivolto alla corte di giustizia che avrebbe applicato le sanzioni pecunarie. Sanzioni che rischiano di essere salate, anzi salatissime. Oltre al blocco dei 140 milioni che dovevano servire per far partire la differenziata, potrebbe arrivare una multa forfettaria di venti milioni in aggiunta a quella quotidiana che si applicherà fino a che la situazione non sarà risolta. Questa che potrebbe arrivare fino a 652 mila euro al giorno. Insomma un disastro, una Waterloo che ingoierebbe l'intero bilancio regionale.
Cionostante, per ora, su nessuno dei punti critici indicati dall'Europa sono stati fatti passi in avanti. L'indisponibilità dei Comuni ad accettare gli impianti, le gare andate deserte, i tempi lunghi della burocrazia non hanno permesso di organizzare risposte efficaci. E difficilmente la situazione potrà mutare nei prossimi quattro giorni. Ecco perché.
Discariche. Secondo il piano regionale inviato alla commissione europea servirebbero sversatoi per 8 milioni di metri cubi. Potocnik nella sua lettera sottolineava che gli italiani non avevano fornito indicazioni su dove e quando sarebbero stati aperti. L'unico passo in avanti su questo terreno è stato fatto dalla Provincia di Salerno che ha indicato cinque siti, ma anche in questo caso non ci sono provvedimenti concreti perché resta aperto il confronto con i sindaci. La Provincia di Napoli è riuscita a stringere solo un accordo con i primi cittadini del comprensorio nolano dove nelle exdiscariche di Paenzano 1 e 2 potrebbe essere portata la frazione stabilizzata che, però, al momento non viene ancora prodotta dagli stir. E le gare per trasformarli non sono ancora decollate.
Termovalorizzatore Il governatore Caldoro puntava a inviare una lettera all'Europa partendo dall'assegnazione della gara per l'impianto di Napoli est. Ma anche questo traguardo si è rivelato irragiungibile. Nessuna delle aziende che avevano chiesto notizie si è poi fatta avanti. La A2A ha inviato, però, a tempo ormai scaduto, una manifestazione di interesse che non può in nessun modo essere scambiata per un'offerta visto che manca della parte economica. La Regione e il commissario Alberto Carotenuto stanno vagliando la possibilità di andare avanti con la trattativa privata e hanno chiesto un parere all'Europa, uno all'avvocatura regionale e uno all'avvocatura dello Stato. Poi decideranno. Se sceglieranno di trattare ancora con A2A dovranno fornire garanzie precise sulla delocalizzazione. Ma la strada resta impervia, sia per la ostilità dei sindaci dei Comuni interessati (Capua o Giugliano), sia perché la modifica delle condizioni di partenza potrebbe aprire la strada ai ricorsi delle altre aziende.
Differenziata Il Comune di Napoli non ha alzato finora in maniera significativa la percentuale di materiale raccolto in maniera separata. Siamo ancora intorno al venti per cento.
Ecoballe L'Europa considera l'eliminazione dei sei milioni di ecoballe un punto cruciale. La legge prevede che sia realizzato un termovalorizzatore per bruciarle, ma l'impianto non usufruirebbe del Cip 6. E stata perciò avanzata l'ipotesi di spostare a Giugliano l'inceneritore di Napoli est che godrebbe, invece, delle facilitazioni previste per le energie rinnovabili. Ma anche su questo terreno non c'è nulla di concreto. Come ha sottolineato tempo fa la Regione in un comunicato sull'ipotesi non sono stati «prodotti atti». E quello che l'Europa chiede per non farci bruciare milioni e milioni di euro, sono proprio atti concreti.

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