L'Ue incalza: «Il tempo stringe, il piano non c'è»

Il commissario Potocnik: servono risposte convincenti entro venerdì altrimenti sanzioni inevitabili
22 novembre 2011 - David Carretta
Fonte: Il Mattino

BRUXELLES. Se la Regione Campania non invierà un piano rifiuti convincente entro venerdì, la Commissione europea si prepara a chiedere «una multa molto importante», annuncia al Mattino Joe Hannon, il portavoce del commissario all'Ambiente Janez Potocnik. A pochi giorni dalla scadenza che era stata imposta dall'esecutivo comunitario per rispondere alla messa in mora di settembre, non ci sono stati «sviluppi», dice Hannon: la lettera di risposta con il piano rifiuti non è ancora arrivata. «Il termine ultimo è venerdì», avverte la Commissione. Poi Potocnik sarà «costretto a portare nuovamente l'Italia davanti alla Corte di giustizia» e a chiedere ai giudici di Lussemburgo di infliggere una multa da «decine di milioni di euro». Quanti esattamente? «Almeno venti milioni, più una multa quotidiana per ogni giorno di ritardo», risponde Hannon.
La multa si andrebbe a sommare al blocco di 145 milioni di fondi Por e Fas per la Campania deciso dalla Commissione all'epoca dell'apertura della procedura d'infrazione nel 2007.
Dopo più di quattro anni di crisi rifiuti, Bruxelles ha perso definitivamente la pazienza. L'Italia «è già stata condannata lo scorso anno» e si continuano a vedere «pile di immondizia accumulate nelle strade e montagne di ecoballe», spiega Hannon: «Il problema è grave dal punto di vista della salute dei cittadini e dell'ambiente. Non si può andare avanti così». I ritardi delle autorità italiane - comune e provincia di Napoli, regione Campania e govemo di Roma - alla fine hanno esasperato l'esecutivo comunitario. «Abbiamo avuto un lungo dibattito. Abbiamo avuto molti incontri istituzionali. Abbiamo lanciato molti avvertimenti. Ma non ci sono evoluzioni», dice il portavoce di Potocnik. «Rimangono ancora pochi giorni». Se la risposta non arriverà entro venerdì, la Commissione potrebbe sollecitare nuovamente le autorità italiane, chiedendo spiegazioni. Ma l'evidente irritazione non lascia margini a chi vorrebbe un'altra proroga. Oltre alla scadenza temporale, la Commissione guarderà alla sostanza della risposta italiana. Spesso gli stati membri «rispondono all'ultimo giorno utile», dice Hannon. «Se non arriverà, agiremo». Ma per evitare il deferimento alla Corte, questa volta Bruxelles «esige un piano serio» e non una soluzione abborracciata all'ultimo momento, spiega un'altra fonte comunitaria. Nella sua lettera di messa in mora di settembre, Potocnik sottolineava che «tra gennaio e giugno 2011 le autorità italiane hanno sottomesso diverse proposte di piani per la gestione dei rifiuti». Ma l'analisi dettagliata dei tecnici ogni volta ha lasciato insoddisfatta la Commissione. Per Bruxelles è indispensabile aumentare la raccolta differenziata a Napoli e provincia. I tempi previsti per i nuovi termovalorizzatori devono essere certi. Nello smaltimento dei 6 milioni di ecoballe occorre rispettare pienamente le direttive europee in materia ambientale per il loro funzionamento. L'irritazione della Commissione è aggravata da una vicenda che sembra senza fine, nonostante lettere, dichiarazioni pubbliche e minacce di Bruxelles per ottenere una soluzione durevole e credibile al problema dello smaltimento dei rifiuti. La prima procedura di infrazione era stata avviata i127 giugno del 2007. Il 4 marzo del 2010 la Corte di Giustizia di Lussemburgo aveva stabilito che «l'Italia ha violato la legislazione europea per non aver saputo organizzare, in Campania, una rete di impianti sufficienti ad assicurare lo smaltimento del i rifiuti urbani in modo da non danneggiare la salute umana e l'ambiente».

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