Lotta gandhiana per Bagnoli

16 novembre 2011 - Giacomo Buonomo (Centro studi e coordinamento della partecipazione democratica )
Fonte: Repubblica Napoli

Napoli CONTRO la decisione verticistica di utili77are a Bagnoli la colmata, i pontili e il mare antistante per le eliminatorie della Coppa America nel 2012 e 2013 non basta indignarsi. Contro questa scelta che rinvierebbe di almeno altri due anni e mezzo la restituzione ai napoletani dell'unica, vera spiaggia di Napoli che attendono già da 16 anni, occorre preparare una lotta gandhiana sul tipo di quella, risultata vincente, contro il progetto celato sulla testa dei cittadini ignari negli anni Ottanta. Progetto che prevedeva un grande parcheggio multipiano sotto i giardini di via Ruoppolo al Vomero, vicino a piazza Medaglie d'oro. Il progetto era stato approvato dal consiglio comunale e dal consiglio di circoscrizione. Circoscrizioni create ai fini del decentramento e della "partecipazione democratica". Contro il progetto furono raccolte 30 mila firme e in numerevol i convegni e documenti anche delle associazioni ambientaliste che furono affiancati da una scelta di contrasto fisico che risultò determinante. Un gruppo di giovani abitanti della zona, quando si presentarono le ruspe della ditta che aveva vinto l'appalto, si stesero sull'asfalto e impedirono che si desse inizio agli scavi. L'amministrazione comunale rinunciò a realizzare il parcheggio e oggi quel verde si chiama Parco Mascagna dal nome di uno di quei giovani morto successivamente in un incidente automobilistico. Un episodio che deve ricordare a tutti la necessità che la coscienza dei propri diritti sia legata alla disponibilità a un'efficace lotta pacifica per imporne il rispetto. La propaganda con la quale le istituzioni tentano di far condividere dai napoletani questa scelta autoritaria tocca un vertice stupefacente nell'articolo 1 della bozza di regolamento per il laboratorio Napoli "Costituente dei beni comuni", dove si afferma che il laboratorio è «in sintonia con i principi contenuti nella convenzione diAarhus». Peccato che gli altri 11 articoli della bozza di regolamento elenchino strumenti e metodi di partecipazione dei cittadini lontanissimi dalla normativa della convenzione di Aarhus, ma anche dalla direttiva 2003/35/Ce che l'ha recepita e del decreto legislativo 4/2008 che, salvo qualche passaggio tradotto liberamente dall'originale testo in inglese, ha recepito sia la convenzione che la direttiva. Severamente si vuole consentire ai cittadini napoletani di partecipare ai processi decisionali di progetti, piani e programmi che hanno una ricaduta sul territorio bastano poche parole: «Si applicano le procedure previste dalla convenzione e di Aaurhus». Che, tra l'altro, è stata ratificata dal nostro Parlamento con legge 108/2001.

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