L’ex vice di Bertolaso collabora con i pm

Interrogatorio della Di Gennaro per nove ore. Il difensore: non ha accusato ma chiarito. Istanza di scarcerazione
6 giugno 2008 - Giuseppe Crimaldi
Fonte: Il Mattino

Nove ore di interrogatorio per il vicecommissario per l’emergenza rifiuti Marta Di Gennaro, più tre per ascoltare altri due indagati finiti agli arresti domiciliari nell’inchiesta «Rompiballe» condotta dalla Procura di Napoli. A memoria, non c’è confronto che tenga rispetto a quella che ormai passa come la «lunga notte» di interrogatori di garanzia appena archiviata. Nemmeno durante le giornate scosse dal vento della tangentopoli napoletana si assisteva a una non-stop tanto estenuante. Al ventesimo piano della torre B, dove ha sede l’ufficio Gip, attorno a un tavolo si sono ritrovati da un lato il giudice per le indagini preliminari, Rosanna Saraceno e i pubblici ministeri titolari dell’ultimo, delicato fascicolo sull’emergenza rifiuti a Napoli, i sostituti Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo; dall’altra tre indagati, a cominciare proprio dalla Di Gennaro. Nove lunghissime ore: tanto è durato il faccia a faccia tra gip e la Di Gennaro. Assistita dall’avvocato Efisio Figus Diaz, l’ex commissario ha chiarito molte contestazioni, chiarendo la propria estraneità ai fatti contestati. Ma - e questo è il punto più interessante che emergerebbe al termine del lunghissimo interrogatorio di garanzia - la Di Gennaro avrebbe iniziato a esporre agli inquirenti fatti e circostanze con spirito costruttivo e con un atteggiamento chiaramente collaborativo. «Abbiamo voluto rispondere e chiarire tutte le contestazioni mosse - spiega al Mattino l’avvocato Figus Dias - Sulle intercettazioni, in particolare, la mia assistita ha avuto modo di illustrare l’esatto contenuto di conversazioni che, rispetto ad uno stralcio, finiscono con l’avere un significato ben differente se inserite in un contestato piu ampio». La Di Gennaro ha anche difeso la legittimità delle scelte adottate dal commissariato di governo, chiarendo di aver operato sempre secondo le linee generali di intervento programmato. Martedì mattina la sua posizione dovrebbe essere affrontata dal Tribunale del Riesame ma in considerazione della collaborazione fornita in sede di interrogatorio di garanzia non è escluso che possa essere lo stesso gip Saraceno a revocare l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. Terminato l’interrogatorio della Di Gennaro, sono cominciati quelli di Giuseppe Sorace, responsabile unico del termovalorizzatore di Acerra, e del chimico Fabio Mazzaglia. Interrogatori che sono terminati solo dopo le tre del mattino. Sorace - assistito dall’avvocato Claudio Botti - ha respinto tutti gli addebiti contestati. Ai magistrati inquirenti e al gip Saraceno ha consegnato una lettera di dimissioni con la quale ha lasciato l’incarico di responsabile unico del termovalorizzatore in via di realizzazione ad Acerra, fornendo poi ampia documentazione (numerosi decreti ingiuntivi) dalla quale emerge come l’indagato finora non abbia ricevuto compensi dalla Fibe. Subito dopo davanti al gip è comparso Mazzaglia. Affiancato dall’avvocato Lucio Caccavale, anche il chimico che ha sottoscritto alcune perizie tecniche ha respinto le accuse che gli vengono mosse dalla Procura, sottolineando come la Fibe - fino a oggi - non gli abbia ancora corrisposto alcun compenso.

 

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